Caro direttore,
molti media italiani – anche di primo livello – stanno dando ampio e quasi esclusivo risalto agli estremisti xenofobi greci di Alba Dorata che starebbero contrastando l’azione e gli operatori delle Ong nell’Isola di Lesbo. Qui sta puntando una parte dei migranti siriani che assediano da giorni le frontiere greche/europee verso la Turchia, via terra e via mare, su pressione del presidente turco Recep Erdogan.
È un’operazione giornalistica gravemente ai limiti del fake e un serio segnale d’allarme sullo stato della democrazia mediatica in Italia, in cui la stampa è libera da 72 anni.
Le frontiere esterne europee che contornano la Grecia sono chiuse e difese militarmente per decisione del governo legittimo di Atene, democraticamente formatosi dopo le elezioni politiche del 7 luglio 2019. Dalle urne è uscita vincitrice (39,8%) Nuova Democrazia, partito di centrodestra affiliato al Ppe. Sul leader Kyriakos Mitsotakis, un tecnocrate allevato nei grandi campus americani, sarebbero effettivamente confluiti una parte dei consensi in precedenza appannaggio di Alba Dorata: che ancora al voto europeo del maggio 2019 aveva riportato il 4,8% e conquistato due seggi all’Europarlamento.
Ciò non toglie che Mitsotakis già allo scoppio della crisi ai confini greco/europei con la Turchia abbia annunciato in qualità di premier la difesa militare del territorio di Grecia (e Ue) contro i tentativi di ingresso aggressivo da parte di “migranti illegali”. E al premier ellenico è giunta subito la solidarietà piena e ufficiale da parte della Ue e del presidente americano Donald Trump.
Le tre massime autorità dell’Unione (il presidente del Consiglio Ue Charles Michel, il presidente della Commissione Ursula von der Leyen e il presidente dell’Europarlamento David Sassoli) sono volati appositamente ad Atene per testimoniare il totale sostegno dell’Europa all’azione di Mistotakis. “La Grecia è lo scudo europeo verso i migranti”, ha detto von der Leyen, capo dell’esecutivo di Bruxelles.
Video liberamente disponibili in rete hanno confermato che sono mezzi della guardia costiera greca a respingere, anche con metodi violenti, i gommoni dei migranti.
Nel frattempo, mercoledì sera, si è tenuto a Bruxelles un vertice straordinario dei ministri dell’Interno dei 27 Paesi membri dell’Unione. Al termine è stata emessa una nota ufficiale in quattro lingue (inglese, francese, tedesco, greco). È un riepilogo chiaro e articolato della posizione della Ue sulla crisi alle frontiere eterne in Grecia ed è stato sottoscritto anche dal ministro dell’Interno italiano, Luciana Lamorgese: un tecnico dell’ordine pubblico, ex prefetto di Milano particolarmente impegnato sul fronte della redistribuzione dei flussi migratori in Italia; indicata per il Conte 2 in via di “suasion” (si è letto senza smentita) dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella.
La nota si apre con una dichiarazione del greco Margaritis Schinas, vicepresidente Ue con delega allo Stile di vita europeo (come la commissione von der Leyen ha voluto fosse ribattezzato il portafoglio sulla gestione comunitaria dei flussi migratori). “La difesa dei nostri confini esterni (Ue, ndr) è oggi una priorità assoluta”. Fra i provvedimenti in cantiere vi è la possibile riattivazione delle operazioni marittime di Frontex con il fine “di un veloce rimpatrio ai Paesi d’origine delle persone che non hanno il diritto di restare” entro la Ue.
È comprensibile e legittimo che vi siano in Europa cittadini e media – o anche importanti forze politiche o addirittura interi governi – che non condividono questa linea e ne vorrebbero una diversa o anche opposta. In una democrazia fondata sulla libertà di pensiero e stampa (e l’Europa lo è fin dai trattati originari firmati a Roma nel 1957) la via maestra – anzi unica – è manifestare liberamente le proprie opinioni, contando che la libera stampa ne riferisca liberamente.
Raccontare falsità non serve a promuovere le proprie istanze civili o politiche: delegittima invece sia la democrazia che la libertà di stampa e guarda ai regimi autoritari dove le notizie non circolano. O circolan invece bugie pericolose, forse utili ad altri. Per esempio – nella circostanza – utili a chi guarda con favore alla pressione turca su un’Europa debole come non mai: divenuta (in Italia) epicentro del contagio globale del coronavirus, in recessione generale, fragile e disorientata nella sua governance istituzionale centrale.