È bastato scoprire che le urla “razziste” fossero arrivate anche da uno spettatore di pelle nera per aprire qualche crepa nel carrozzone mediatico scatenatosi dopo la partita di Udine. Intendiamoci, bene ha fatto Maignan ad andarsene, lodevoli le reazioni sdegnate dentro e fuori il teatro della vergogna. Ma facciamoci una domanda: cosa sarebbe successo se il portiere del Milan avesse deciso di abbandonare il terreno di gioco del Friuli non per i beceri insulti razzisti ricevuti da un gruppo di idioti, ma per uno dei cori più gettonati dalle curve dei nostri stadi, quel “Devi morire!” rivolto al giocatore della squadra rivale restato a terra per uno scontro di gioco o per un fallo oppure per il più classico degli slogan che infanga gli affetti familiari accostando la madre dello sventurato alla professione più antica del mondo?



Scommettiamo che sarebbe finita con una sanzione a Maignan! Non la pensate così? Allora invito caldamente i calciatori professionisti a verificare di persona questa situazione. Forza! In questo weekend quando sentirete un coro di incitamento a farvi fuori o quando nomineranno ripetutamente vostra madre denigrandola, dite all’arbitro che ve ne andate e vediamo che succede! Sarebbe il modo migliore da una parte per reclamare un ambiente dignitoso e civile in cui operare, dall’altra per smascherare questa insopportabile ipocrisia che denunciamo da anni e anni: quella di farci imporre dal politicamente corretto una sorta di classifica della volgarità e del tollerabile, come se una minaccia di farti la pelle fosse meno grave di un insulto al colore della tua pelle o come se questo insulto ferisse la tua sensibilità più di un’offesa fatta a tua moglie (altro slogan ricorrente negli stadi) o a tua madre.



Possiamo chiedere lo stesso coraggio a un allenatore. Se ad esempio Mourinho, dopo i pesanti e incessanti cori di insulti ricevuti nel 2018 allo Juventus stadium, avesse abbandonato per protesta la panchina e fosse tornato negli spogliatoi avrebbe fatto una provocazione moralmente superiore a quelle di bassa lega utilitaristica a cui ci ha abituati.

Calciatori e allenatori, sveglia! Non permettete più che i confini della vostra dignità siano determinati di volta in volta dal decalogo del potere ideologico e mediatico. Ribellatevi e difendetevi!

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