La Commissione europea propone all’Italia e ad altri Paesi membri una quota consistente dei 225 miliardi non richiesti da altri Paesi Ue per accelerare la transizione verde e sviluppare infrastrutture come i rigassificatori, con ovviamente condizionalità che stabilisce la Commissione: dobbiamo ricordarci che Italia, Portogallo, Grecia, Cipro, Romania e Slovenia hanno chiesti i prestiti del Recovery Fund raggiungendo il tetto consentito. L’obiettivo è di ridurre di due terzi la dipendenza dalla Russia entro la fine del 2022 con un risultato completo nel 2027. Il REPowerEU (qui il contenuto in sintesi) è sicuramente un Piano complicato da gestire e include il risparmio energetico, diversificazioni delle fonti e accelerazioni delle rinnovabili per sostituire carbone e fossili, così come ristrutturare le infrastrutture petrolifere, installare obbligatoriamente pannelli solari, impianti eolici.
Siamo ben consapevoli che il prezzo dell’energia è cominciato in autunno a salire per colpa anche delle strutture produttive massacrate dalla pandemia, dalle materie prime che non arrivavano e continuano a non arrivare. I problemi che stiamo affrontando sono enormi con il Covid che non arretra, il rallentamento della crescita, la bolla immobiliare, il debito elevatissimo e soprattutto incontrollato, un’inflazione effettiva che non conosciamo, le banche che frenano i prestiti, il prezzo del grano e di tutto il settore alimentare aumentato del 34% e i Paesi si stanno preoccupando non delle armi all’Ucraina e delle sanzioni alla Russia ma della mancanza di grano, riso e olio.
L’indipendenza energetica renderà più forte l’Unione europea, ma è anche fondamentale salvaguardare la sicurezza alimentare di cui beneficiano i cittadini dell’Unione. Non dimentichiamo che i capi di Stato e di governo hanno chiesto alla Commissione di ridurre la dipendenza dalle importazioni di prodotti agricoli di base e all’Italia è già stata sottratta una quota non piccola delle risorse che le associazioni del settore agricolo avevano chiesto fossero stanziate per il settore nell’ambito del Recovery e sono fortemente in affanno.
REPowerEU propone poi l’obbligo di copertura solare per gli edifici commerciali e pubblici dal 2025. L’obbligo verrà poi esteso ai nuovi edifici residenziali a partire dal 2029. Proposto anche il raddoppio del tasso di diffusione delle pompe di calore e misure per integrare l’energia geotermica e solare termica nei sistemi di teleriscaldamento e comunali. Secondo l’attuale legislazione vigente, in Italia, gli edifici che saranno realizzati ex novo o sottoposti a importante ristrutturazione sulla base di un titolo abilitativo presentato a partire dal 13 giugno 2022 dovranno essere coperti per almeno il 60% da fonti rinnovabili. Il Piano propone anche di accelerare le procedure autorizzative per le rinnovabili.
Proprio in questi giorni, il nostro Paese sta tentando di legiferare per estendere le aree idonee all’installazione di impianti di produzione di energia da fonti rinnovabili e per velocizzare le procedure. Ma abbiamo già segnali di scontri in sede parlamentare con chi ricorda che i pannelli sono di produzione cinese e non nostra, l’India non collabora sulla questione alimentare alla faccia del Global food, in generale le produzioni, le installazioni, la manutenzione di queste innovazioni hanno dei costi altissimi a carico dei cittadini, abbiamo bisogno di figure professionali in grado di costruire e seguire questi progetti e una formazione professionale ancora solo auspicata e poco realizzata. E con il RePowerEU andiamo a creare ulteriore debito e chi pagherà il prezzo saranno ancora una volta i nostri giovani.
Dunque o si cambia passo e ci si muove (e non si pensa alla campagna elettorale) o si muore.
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