Caro direttore,
mi sono sbagliato. Nei giorni scorsi, infatti, mi hai pubblicato un articolino leggero sulla politicamente contorta biografia di Benedetto della Vedova. Scopro invece che c’è chi ha fatto meglio e di più: Bruno Tabacci.

Tabacci “nasce” come Dc, consigliere comunale nel mantovano fino ad approdare nel 1985 alla regione Lombardia di cui nel 1987 ne diviene presidente, sempre come democristiano.



Nel 1992 approda in parlamento, ma con la crisi Dc aderisce al Ppi. Sfiorato da Tangentopoli nel 1994, esce dalle luci della politica amministrando intanto Eni, Snam, Autostrade ed Efibanca.

Nel gennaio 1998 torna in politica come vicesegretario dell’Udr di Cossiga, uscendone in ottobre per aderire al Ccd di Casini.



Nel 2001 viene rieletto deputato con la “Casa delle Libertà” (An-FI-Ccd-Cdu e altri) aderendo al gruppo Udc per conto del quale diviene presidente della commissione parlamentare attività produttive. Il 30 gennaio 2008 lascia l’Udc, accusando il leader Casini di essersi appiattito su Silvio Berlusconi e fonda quindi il movimento politico “Rosa per l’Italia”, noto come “Rosa Bianca”. Successivamente Rosa Bianca e Udc decidono di partecipare insieme alle elezioni politiche del 2008 creando una lista unica denominata Unione di Centro.

Tabacci viene eletto alla Camera come Udc, ma il 9 novembre lascia l’Udc e la Rosa per l’Italia per fondare il nuovo partito “Alleanza per l’Italia”. Intanto il 10 giugno del 2011 è nominato assessore al bilancio al comune di Milano nella giunta di centrosinistra del sindaco  Giuliano Pisapia (di Rifondazione Comunista).



Nel settembre 2012 si candida alle primarie del centrosinistra. Si trova a competere con il segretario del Pd Bersani (Ps), il sindaco di Firenze Renzi (Pd), il presidente della Regione Puglia e presidente di Sel, Vendola, e la consigliera regionale del Veneto Laura Puppato. Nelle primarie del 25 novembre Tabacci ottiene l’1,4% dei voti piazzandosi all’ultimo posto tra i 5 candidati.

Il 28 dicembre 2012 Tabacci annuncia la nascita di un nuovo partito: “Centro democratico”, che aderisce alla coalizione di centrosinistra con la quale nel 2013 Tabacci viene rieletto alla Camera e che nel 2014 diviene “Per l’Italia – Centro democratico”.

Il 17 aprile 2014 viene ufficialmente candidato, alle elezioni europee come capolista del nuovo gruppo  “Scelta Europea”, ma non viene eletto perché Scelta Europea si ferma soltanto allo 0,77%.

Verso fine legislatura, di fronte al rischio per Emma Bonino di non partecipare con la sua nuova lista “+Europa” alla coalizione di centro-sinistra in vista delle elezioni politich, il 4 gennaio 2018 Tabacci mette a disposizione il simbolo di Centro democratico così da esentarla dalla raccolta firme. Candidato, viene rieletto con la coalizione di centro-sinistra a Milano e dal 23 giugno 2019 è presidente del partito, ma il 27 settembre dello stesso anno lascia +Europa non condividendo la decisione del partito di porsi all’opposizione del Governo Conte 2.

Il 25 novembre 2020 cambia quindi la denominazione del “suo” gruppo parlamentare (nel senso che il gruppo è formato solo da lui stesso) dopo l’ingresso di alcuni fuoriusciti del M5s, passando da Centro democratico a “Centro Democratico-Italiani in Europa”, poi trasformato in “Europeisti-Maie-Centro democratico”.

Finita l’esperienza del governo Conte, con la nomina di Mario Draghi alla presidenza del Consiglio, Tabacci sostiene l’esecutivo e viene nominato sottosegretario di Stato alla presidenza del Consiglio con delega al coordinamento della politica economica.  Il 19 marzo 2021 ottiene anche la delega alla gestione delle politiche per lo spazio a cui rinuncia il 5 agosto a seguito di uno scandalo che vede il figlio Simone Tabacci assunto in Leonardo.

Due mesi fa consente a Luigi Di Maio, mediante il simbolo del Centro democratico, di formare al Senato il gruppo parlamentare dei senatori dimaiani scissionisi da M5s (Insieme per il futuro). Ora l’adesione al “cartello” di Enrico letta per correre insieme al Pd il prossimo 25 settembre. Questa la ferrea coerenza di Tabacci, onore al merito.

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