In tempi di coronavirus un ulteriore contagio sta contaminando la politica e le istituzioni: l’invasione di campo. Solo qualche esempio, partendo dall’Unione Europea.

Ursula von der Leyen, in un’intervista che ha fatto immediato scalpore, ha affermato che gli anziani dovrebbero restare isolati in casa sino alla fine dell’anno. Eppure presiede la Commissione europea, che non ha il potere di limitare la circolazione dei cittadini europei. Anzi, ha il compito opposto, quello di assicurare il diritto di circolazione garantito dai Trattati, che, invece, assegnano agli Stati la tutela della sanità pubblica.



Arriviamo poi a Roma, ove la polizia municipale ha interpretato a suo modo l’ultimo Dpcm, statuendo, in una circolare, che “un’attività commerciale consentita non autorizza il singolo a ritenersi legittimato a effettuare spostamenti per raggiungere quell’esercizio”. Eppure, le autorità amministrative non hanno il potere di individuare limiti ulteriori rispetto a quelli posti dalle norme vigenti; viceversa, hanno il compito di applicare queste ultime in modo non arbitrario.



E ancora, in un’intervista il commissario Arcuri ha suggerito di “alleggerire progressivamente le misure di contenimento” in quanto “senza la salute e la sicurezza la ripresa economica durerebbe come un battito di ciglia”. Invero, secondo la normativa, egli ha essenzialmente competenze in materia di acquisizione e di sostegno della produzione “di ogni bene strumentale utile a contenere e contrastare l’emergenza sanitaria”. Non sembra, quindi, che tra queste competenze vi sia anche quella di stabilire le misure di contrasto all’epidemia.

Non da ultimo, almeno per rilevanza, la recentissima istituzione della cosiddetta “Unità di monitoraggio per il contrasto della diffusione di fake news” relative al Covid-19 sul web e sui social network”. Primo tra i suoi compiti, questo nuovo organismo procederà alla “ricognizione e classificazione dei contenuti falsi, non dimostrati o fuorvianti, creati o condivisi con riferimento al Covid-19”. Eppure, soltanto l’autorità giudiziaria ha la funzione di accertare se si siano verificati comportamenti contrari alla legge penale, e dunque se una determinata manifestazione del pensiero abbia avuto un contenuto da ritenersi “falso” ai sensi di legge.



Quando i poteri pubblici esorbitano dalle rispettive competenze, dubbi e incertezze si accrescono a danno di tutti. I conflitti tra le istituzioni non giovano affatto al loro rendimento. Gli strumenti di reazione di cui i cittadini dispongono, poi, sono piuttosto deboli e, nella presente condizione, ancor più difficilmente praticabili. Se si intende sfidare la circolare romana per il solo “piacere” di acquistare un testo all’interno di una libreria e non via internet, si deve affrontare il rischio di subire una sanzione penale da impugnare poi in sede giurisdizionale. Se si intende contestare l’opinione espressa dalla von der Leyen, non si può certo promuovere un comizio davanti al suo ufficio. Così, per chi fosse colpito dalla “ricognizione” di falso da parte dell’Unità anti-fake, sarà ben difficile cancellare lo stigma immediatamente derivante.

In realtà, l’invasione o addirittura l’usurpazione dei poteri ha ben altro e più grave effetto. Senza averne autorità legale, si insinuano timori e aspettative che finiscono per incidere sui nostri convincimenti e sui nostri comportamenti. In definitiva, si realizza un esito a dir poco scandaloso: si riesce a convincere i cittadini dell’esistenza di presunte, immediate o future “norme di comportamento” che non hanno alcun fondamento legale, ma che, proprio in quanto provenienti da una pubblica istituzione, riescono a diffondersi subdolamente nelle nostre menti, sino a renderci ad esse stesse subordinati. “Regole virtuali”, insomma, ma da cui diventa sempre più difficile proteggersi se non adeguandoci ad esse più o meno consapevolmente.

Ma non possiamo consentire che la dirompente forza del contagio sanitario possa determinare la produzione di regole al di fuori del nostro sistema legale e contro ogni principio di democrazia. Di fronte a questo virus invisibile, ma assai potente, un solo vaccino può immunizzarci: mantenere viva la forza legittima della libertà e della ragione.

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