Il Governo austriaco ha messo in cantiere una legge per assoggettare al diritto penale e di polizia alcune espressioni di “Islam politico”. L’annuncio del cancelliere Sebastian Kurz è giunto dopo l’ultimo attacco terroristico a Vienna, che ha causato 4 morti e 23 feriti. Il Governo (sostenuto da una coalizione fra i Popolari di centrodestra e i Verdi) sta studiando fra l’altro un’estensione delle possibilità di poter chiudere luoghi di culto. Sul tavolo anche l’introduzione un registro degli imam e un inasprimento delle leggi sulle associazioni e i simboli. Il cancelliere ha prospettato su Twitter anche provvedimenti volti “prosciugare i flussi finanziari a sostegno del terrorismo”. 



E’ stato Kurz l’ispiratore del “vertice di Parigi” che ha visto pochi giorni fa il presidente francese Emmanuel Macron, la cancelliera Angela Merkel e il presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen fare il punto della situazione sulla sicurezza in Europa dopo gli attacchi omicidi in Austria e Francia (contro un insegnante laico e tre fedeli nella cattedrale cattolica di Nizza). Il vertice ha prospettato una revisione degli accordi di Schengen, per la possibile esclusione di Paesi che non garantiscano controlli anti-terrorismo effettivi alle frontiere esterne Ue (l’assassino islamico di Nizza era entrato in Europa sfruttando un barcone di migranti africani approdato in Italia).



Il terrorista di Vienna – il 20enne Kujtim Fejzullai – era dal canto suo un cittadino austriaco, nato da famiglia nord-macedone e – secondo quanto riferito dagli investigatori austriaci – radicalizzatosi verosimilmente attraverso la frequentazione di una moschea. Era stato arrestato nel 2019 e condannato a 22 mesi di reclusione dopo essere stato sorpreso in Turchia mentre tentava di superare la frontiera siriana per aggregarsi all’Isis. Rilasciato sulla parola (dopo un corso di de-radicalizzazione) Fejzullai si era liberamente spostato entro i confini Ue in Slovacchia, per rifornirsi di armi.



La polizia di Vienna continua a sospettare che l’obiettivo principale dell’attacco fosse la sinagoga di Vienna: anche per colpire i molti passi concreti compiuti da Kurz nella tutela della comunità ebraica austriaca. Il contrasto all’antisemitismo/antisionismo è stato posto fra le priorità del cancelliere dopo le elezioni del 2019 e la formazione della maggioranza Ovp-Grunen.  Su proposta del Governo, all’inizio del 2020 il Parlamento di Vienna ha adottato all’unanimità una risoluzione che condanna ogni azione cosiddetta “BDS” (boicottaggio, disinvestimento, sanzione) contro gli interessi dello Stato di Israele. È questa risoluzione ad aver impegnato il Governo a  “sviluppare una strategia organica di prevenzione e contrasto a ogni forma di antisemitismo, come parte dello sforzo di prevenzione di razzismo, xenofobia, radicalizzazione ed estremismo violento”. Il passo austriaco ha seguito le orme dell’executive order contro l’antisemitismo/antisionismo firmato a metà 2019 dal presidente Usa Donald TrumpOra Kurz può intervenire direttamente nella legislazione penale  di ordine pubblico, istituendo nuove figure di reato legate alle minacce portate dalla radicalizzazione islamica nel paese

Una proposta di normativa “per il contrasto dei fenomeni di intolleranza, razzismo, antisemitismo e istigazione all’odio e alla violenza” era il punto d’arrivo tendenziale anche per la commissione straordinaria promossa sulla questione dai due rami del Parlamento italiano nell’ottobre 2019 (negli stessi giorni dell’insediamento dell’esecutivo Kurz). La commissione risulta insediata nella componente senatoriale, ma senza ancora l’integrazione da parte della Camera. Complice anche l’emergenza Covid, non si hanno notizie di progresso dei lavori.