Il Governo risponde in Senato a un’interrogazione sulle discriminazioni di genere e sulla violenza verso le persone LGBTQIA+. Ho dimenticato qualche lettera dell’alfabeto? Di cui peraltro ignoro il significato? Dopodomani la lista potrebbe comunque estendersi. Ma non è questo il punto. Risponde il ministro Eugenia Roccella, spiegando lo sblocco di fondi per raccolta dati e sostegno alle comunità antiviolenza. La Maiorino, prima firmataria dell’interrogazione, è abbastanza soddisfatta, ma richiede ulteriori interventi per l’educazione nelle scuole. In effetti ci mancavano alle elementari testimonianze di LGBTQIA+ doviziose di dettagli sulle loro preferenze sessuali, ma non è questo il punto.



Il punto è che l’aula del Senato era vuota, desolatamente vuota. Curioso, con la segretaria Pd impegnata proprio l’altro ieri a comunicare la candidatura alle supplettive del Senato stesso, collegio di Monza, dell’attivista e radicale Marco Cappato, campione di qualsivoglia diritto vi salti in mente di campionare.



Vuota, dunque. Ovvero: certe battaglie sono fuffa, vetro appannato, servono solo a fare ammuina. Più seriamente, sono soltanto ideologiche. Per marcare il terreno. Per dare del brutto sporco e cattivo (razzista e fascista, a prescindere) a chi ha la ventura di governare essendo stato votato dai cittadini, anche se mostra di convergere sulle tue posizioni. Purtroppo sta accadendo con evidenza sui migranti. Sulla gente di Caivano. Eccetera. Difficile così far crescere la partecipazione e la fiducia nella vita politica.

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