È quasi passata la buriana delle elezioni con la solita abbuffata di maratone tv e di commenti. Yoda non vorrebbe occuparsi di politica, ma è costretto a farlo perché oramai sono soprattutto i politici a occuparsi di comunicazione, cercando di utilizzarla a piene mani per catturare un po’ di voti. Oltretutto, poco prima dell’apertura dei seggi sono successi due fatti le cui conseguenze coinvolgono inevitabilmente i leader della Lega e di Fratelli d’Italia.
Il direttore del presidio della comunicazione e dei social network di Salvini, soprannominato la Bestia, è stato coinvolto in uno scandalo a luci rosse dai contorni ancora poco chiari. La trasmissione Piazza Pulita gestita da Corrado Formigli su La 7 ha mandato in onda la sera dell’ultimo giorno di campagna elettorale la prima puntata di un’inchiesta sui rapporti tra alcuni dirigenti di Fratelli d’Italia e alcuni squallidi nostalgici del fascismo.
La cosiddetta Bestia pareva aver avuto il merito di far aumentare a dismisura la popolarità di Salvini, facendolo crescere nei sondaggi al punto di far presupporre un grande successo elettorale. Non è stato così. L’amaro insegnamento che possono trarre gli entusiasti delle magnifiche sorti e progressive dei social media è che al presenzialismo e alle costanti dichiarazioni occorre far seguire un comportamento coerente, cosa che a Salvini non sta riuscendo a causa di voler interpretare, come osservano tutti i notisti di politica, un ruolo di lotta e di governo a un tempo.
In definitiva, anche nell’era dei cosiddetti nuovi media, è opportuno che forma e contenuto coincidano. A forza di gridare al lupo al lupo, accucciandosi poi ogni volta nella sua tana, si disorientano e si disgustano i simpatizzanti chiamati a votare. L’alta percentuale di astensione potrebbe quindi essere la riprova del disappunto di chi si è sentito disilluso senza poi trovare una valida alternativa.
Diversi analisti hanno inoltre sostenuto che gli astenuti non stanno gradendo la progressiva perdita di ruolo nei partiti, che si trovano a partecipare al Governo come meri esecutori. Anche in questo fatto c’entra la comunicazione; i tg sono pieni di dichiarazioni di questo e di quell’esponente politico che cerca di intestarsi decisioni prese invece sempre, e con autonoma determinazione, dal Premier.
Inevitabile che la gente se ne accorga, domandandosi perché mai dovrebbe decidere di votare per dei partiti che una volta al governo non decidono granché. Inoltre, le campagne elettorali, che avrebbero dovuto svolgersi su temi locali, trattandosi di elezioni amministrative, hanno invece parlato di temi nazionali, disinteressando ancora di più gli elettori.
La faccenda che riguarda Fratelli d’Italia è doppiamente triste. Innanzitutto perché ha messo in luce l’esistenza di frange di folkloristici nostalgici del fascismo fuori dal tempo. E poi perché si è trattato di uno squallido esempio di giornalismo da buco della serratura, con palesi comportamenti di istigazione al reato, quando si è esortato l’interlocutore ad accettare versamenti in nero per la campagna elettorale.
Altro Yoda non vuole aggiungere, se non rilevare che si sono svolti ben tre anni di indagini sotto copertura per scoprire quello che tutti sanno: che in ogni partito esistono delle frange marginali di impresentabili che però, al momento opportuno, tornano buoni se valgono dei voti. È poi da stigmatizzare con forza che l’inchiesta sia stata mandata in onda senza alcun contraddittorio in studio, e abbia costituito il tentativo di un vergognoso agguato – fortunatamente non riuscito – a una candidata coinvolta nell’inchiesta, e che Formigli voleva cogliere alla sprovvista e di sorpresa, senza che avesse potuto vedere nulla del programma, all’uscita da un teatro dove teneva una manifestazione elettorale. Secondo Yoda questo non è nemmeno più una forma di giornalismo spazzatura, e si trattiene dal definirlo per non rischiare di trascendere.
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