Smarrito tra le domande di un sondaggio politico somministrato a ridosso della tornata elettorale, il quesito per misurare l’orientamento degli italiani su un possibile ritorno all’energia nucleare è passato inosservato. Eppure nel rilevamento condotto da termometropolitico.it lo scorso 17 settembre, tra i vari temi toccati – dalle intenzioni di voto, alla fiducia a Draghi, alle restrizioni pandemiche, all’aumento delle bollette – è stata inserita la domanda: “Sarebbe favorevole a tornare al nucleare in Italia?”.



Per il 31% degli intervistati sì perché è stato un errore rinunciarvi. Il 20% è favorevole a reinserire il nucleare nel mix energetico nazionale ma solo quando saranno disponibili piccole centrali di nuova generazione. Meno della metà è contrario al ritorno al nucleare e comunque con delle sfumature: il 5,7% non è ideologicamente contrario all’energia nucleare e ritiene che l’Italia abbia sbagliato a rinunciarvi, ma tornare indietro sarebbe troppo costoso; il 39,7% è contrario a un ritorno al nucleare perché i rischi sono troppo grandi, meglio puntare su un’altra fonte pulita.



Se il nucleare è ricomparso nel dibattito pubblico nazionale non è solamente per effetto della dichiarazione del Ministro Cingolani che sosteneva sarebbe illogico scartare ideologicamente l’ipotesi del nucleare. Ciò in considerazione degli sviluppi tecnologici in corso che puntano a un’energia da atomo con reattori scalabili, meno costosi, più sicuri e con ridotti volumi di scorie. La vivace polemica che ne è scaturita, con sonora bocciatura dagli ambientalisti alla Cei all’Ad di Enel, lasciava intendere che l’Italia fosse compatta nello schierarsi contro il nucleare. Invece sembrerebbe che sotto sotto, gli italiani confrontati con il caro-energia, l’incerta prospettiva di rifornimenti di gas quest’inverno e pressati dall’urgenza di tagliare le emissioni di gas serra, risultino meno ostili al nucleare dell’alzata di scudi degli anti-nuclearisti a prescindere che presidiano i media.



Come sosteneva sferzante, Edmond Burke “per il fatto che una mezza dozzina di grilli sotto una siepe fanno risuonare il campo del loro strepito inopportuno, non figuratevi che quelli che fanno tanto rumore siano i soli abitanti del campo”.

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