Campioni del mondo. E questa volta non si tratta di calcio ma di economia. Meglio, di alcuni aspetti dell’offerta di beni e servizi del Paese che ci consentono di primeggiare a livello internazionale e conferiscono all’Italia un’immagine molto diversa da quella che ci attribuiamo e descriviamo nelle cronache, più attente a mettere in mostra i difetti che a evidenziare le virtù.
L’Italia che viene fuori dalla lettura dei 10 Selfie proposti da Symbola in collaborazione con Unioncamere, Assocamerestero e i ministeri degli Esteri, delle Imprese, dell’Ambiente è moderna, dinamica, competitiva. È un’Italia che trae dalla storia, dalla tradizione, dalle bellezze naturali che possiede la forza e l’ingegno per imporre al mondo il suo modello di vita e i tanti prodotti che ne derivano.
Un bagno di ottimismo – ogni tanto ci vuole anche questo – e una presa di consapevolezza dei pregi nazionali troppe volte relegati sullo sfondo se non proprio ignorati. Non a caso, ed è un problema che si riverbera anche sugli affari, il Bel Paese si percepisce molto peggio di quanto sia stimato da chi l’osserva dall’esterno ed è in grado di apprezzare l’originalità e la qualità che sa esprimere.
Dunque, i 10 Selfie ci mettono di fronte a un’Italia che sa sorprendere in positivo soprattutto se stessa. In Europa siamo leader nell’economia circolare, campioni nell’efficiente impiego delle risorse, titolari (a Catania con l’Enel) del più grande impianto nelle energie rinnovabili, primi esportatori nel campo della moda, primi nel design come fonte di bellezza, primi nel saldo commerciale della cantieristica.
Non ci batte nessuno nella produzione di vino (certificata e non) seguiti da Francia e Spagna, nell’esportazione di impianti per la preparazione di bevande calde (soprattutto macchine per il caffè), degli apparecchi a raggi ultravioletti per applicazioni mediche (dove superiamo addirittura gli Stati Uniti), nell’export dell’abbigliamento da neve (in testa nel saldo degli articoli sportivi).
Il bello è che non si tratta degli unici primati che possiamo esibire perché accanto a quelli segnalati da Symbola e qui riassunti ce ne sono altri che in questa circostanza si è deciso di tenere in ombra o perché già presenti nelle passate edizioni del rapporto o perché in serbo per le prossime in modo che la fotografia generale del Paese risulti sempre nuova e felicemente movimentata.
Questo spaccato dell’economia nazionale – e degli imprenditori che ne sono i degni rappresentanti – spiega perché la nave Italia nonostante le tante falle (che conosciamo bene) non affondi mai. Si piega alle onde e al vento che la sballottolano e la colpiscono, sembra sempre dover andar giù col suo equipaggio e poi si raddrizza riprendendo la navigazione come nulla fosse.
Restiamo nonostante le troppe debolezze la seconda manifattura d’Europa dopo la Germania e siamo sempre nel novero delle prime dieci potenze industriali nel mondo nonostante l’assenza di materie prime e di fonti energetiche tradizionali (sulle nuove ci stiamo attrezzando). Siamo maestri nella trasformazione perché guidati dalla bellezza nella quale siamo naturalmente immersi.
Tutto questo ci viene riconosciuto e spesso invidiato dai nostri competitori. I detrattori, come detto, sono in casa. E sarebbe l’ora, considerata la delicatezza del momento, d’imparare a gioire per le vittorie comuni senza dividersi su ogni particolare per il gusto d’interferire senza alcun vantaggio per sé e per gli altri. Cerchiamo di essere all’altezza delle nostre potenzialità.
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