Dunque, uno dei problemi più seri di Napoli è tornato a essere il traffico. E non sembri una battuta presa in prestito da Roberto Benigni che ne parlava in un suo celebre film a proposito di Palermo perché le cose stanno proprio così. Mai come in questi giorni la città è congestionata, quasi paralizzata, in quello snodo vitale tra est e ovest che è piazza Municipio. Dove tra l’altro risiede, come si capisce dal nome, il Comune oggi guidato da Gaetano Manfredi.
La cattiva notizia, come spesso accade, ne contiene una buona perché l’imbottigliamento è dovuto all’apertura simultanea di più cantieri che si somma alla ripavimentazione di molte strade in vista del prossimo Giro d’Italia. Insomma, ben venga qualche disagio quando sia dovuto a lavori destinati a migliorare infrastrutture e accoglienza. Ma questa volta sembra proprio si sia caduti nel paradosso della “troppa grazia” che annulla i vantaggi accentuando gli svantaggi.
L’assessore competente, Edoardo Cosenza, è un tecnico di grande valore, già presidente dell’Ordine cittadino degli Ingegneri, professionista conosciuto e apprezzato a livello internazionale. Naturalmente avere a che fare con la metropoli vesuviana e i suoi abitanti è faccenda molto complicata. E non sempre le medaglie al valore possono servire a districarsi nella congerie dei problemi che si stratificano in attesa di essere risolti.
Se c’è una soluzione, sarà trovata. E sarà un bene perché il centro storico dell’antica capitale sta davvero scoppiando intasato com’è da turisti provenienti da ogni dove in aggiunta a pendolari e residenti sempre più spiazzati da un’invasione tanto pacifica quanto ingestibile. Con risvolti critici per l’ordine pubblico che non sfuggono all’amministrazione e alle forze dell’ordine che s’interrogano sulle misure da adottare in vista della conquista dello scudetto.
Come se non bastasse la realtà s’incarica di superare la fantasia. E in Tangenziale anziché avvistare l’arcinoto gatto della fortunata pellicola cinematografica con Antonio Albanese e Paola Cortellesi gli automobilisti si sono ritrovati a contendere spazi di asfalto con un cavallo spuntato fuori non si sa da dove per la gioia di chi si dedica al gioco del Lotto. L’accadimento è reso assai più interessante dalla circostanza che l’animale correva contromano.
Meno suggestiva ma altrettanto incredibile – e vera – è la storia della funicolare di Chiaia degna della penna, se fosse ancora in movimento, di Andrea Camilleri (oggi suggerimento e spunto per Maurizio De Giovanni). Lasciati colpevolmente scadere i termini per la manutenzione dell’impianto, poi chiuso dal ministero per ragioni di sicurezza, l’ex Sindaco Luigi De Magistris ha passato al successore la patata bollente dell’espletamento dei bandi.
L’ultimo lanciato è il quarto essendo i primi tre andati a vuoto per ragioni diverse che è utile ricordare: il primo perché l’unico partecipante chiedeva più soldi di quanto fosse possibile avere, il secondo perché l’unico partecipante non aveva versato la dovuta cauzione, il terzo perché l’unico partecipante non aveva i requisiti richiesti. Nella confusione generale si tratta di particolari che possono sfuggire. Ma completano bene il quadro.
È chiaro ed evidente che l’eredità ricevuta dall’attuale primo cittadino dopo dieci anni di “pazzaria” gestionale del suo predecessore in bandana si sarebbe dovuta accettare con il beneficio dell’inventario e quindi rifiutare per eccesso di passività, ma ormai è troppo tardi per farlo. E dunque occorre agire con tutta la forza e l’intelligenza possibili per rimediare. Con la lungimiranza dei grandi progetti, certo, senza dimenticare le emergenze del giorno per giorno.
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