Il 2020, l’anno di guerra in tempi di pace, per le perdite di vite umane e per la recessione che ha colpito l’intero pianeta. Il Paese ha registrato una caduta del Pil dell’8,9%. In valore sono andati perduti 150 miliardi di Pil; disaggregato, fanno 108 miliardi di consumi, 16 miliardi di investimenti, 78 miliardi di esportazioni.



Ceto medio sotto pressione, anzi peggio, come riportano i dati dello studio Ipsos-Flair 2021 presentato al Cnel, il numero degli affiliati si riduce dal 40% del pre-pandemia al 27%.

Dunque, se fossi un sociologo prenderei a discettare dei processi di “proletarizzazione” in atto tra i ceti. Sono un economaio, una domanda mi rimbomba: quanto valore aveva la spesa fatta fin ieri da questo ceto e che oggi non si fa? Bene, ieri valeva quanto gli adepti avevano in portafoglio per farla, oggi vale di più; quel più, occorre remunerarlo!



Ehi manager post pandemia, che state lì per portare al picco la produttività totale dei fattori impiegati nell’azienda: davanti ai cocci, sparsi in ogni dove, dovrete prendere la giacca per il bavero potendo metter mano ai nuovi precetti della sostenibilità, della digitalizzazione financo blandire i nuovi trend di consumo, ma… far sì che il ceto di mezzo debba/possa tornare a recitar la parte che gli spetta avendo, come aveva, in tasca il quibus giusto per farlo.

Un manager non spera, fa, per governare i nuovi processi d’azienda imposti dal mondo pandemizzato. La gestione dei fattori produttivi, per esempio, dovrà prendere atto del maggiore valore espresso dal consumare più che dal produrre affinché quel ceto, oltre al merito, incassi per la produttività che l’azione svolta richiede.



Sì, perché nell’impresa che verrà, se verranno adeguati i prodotti offerti, lo saranno pure i processi; potrà magari esser automatizzato il ruolo manageriale, non altrettanto quello di chi dovrà spendere per tenere attivo il ciclo produttivo; si, dovrà continuare ad acquistare, magari merci green e servizi immateriali purché lo faccia. Alla faccia del nuovo che verrà. Poi, suvvia, quando quel machine learning fornirà l’indicazione sul da farsi, diverrà facile automatizzare le attività.

Signori d’azienda, detto tra noi, credo possa esser più facile che un algoritmo prenda il vostro posto che quello di un consumatore nel fare la spesa al supermercato poi la fila alla cassa e pagare; ancor più, la stessa intelligenza sintetica potrebbe disporre pure quel remunero del valore indefesso della spesa, che farlo a voi pesa.

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