Caro direttore,
il Sussidiario ha registrato nei giorni scorsi una preoccupante escalation mediatica di odio contro gli italiani del Nord. A maggior ragione appare doveroso segnalare la copertina del Fatto Quotidiano di ieri: “Regione Lombardia: altro che sistema perfetto / ORA LO DICONO: “RISCHI DI DISASTRO SANITARIO” / Già 513 contagiati, per l’85% fra Lodi, Bergamo, Cremona e Brescia. E il 10% di medici e infermieri. E ospedali senza personale e reparti”
Emerge un livello raro di strumentalizzazione di fatti drammatici a fini di odio civile prima che politico. E’ pur vero che vengono rinnovate le accuse auto-assolutorie lanciate dal comandante-in-capo Giuseppe Conte alle truppe nelle trincee del coronavirus in Lombardia, molte centinaia di chilometri più a nord dello scenografico bunker romano della Protezione civile. Ma il quotidiano diretto da Marco Travaglio mostra di voler insistere anche dopo la precipitosa retromarcia del premier seguita al severo richiamo del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, all'”unità nazionale”. Che forse comincia a intravvedere in Italia rischi di pericolose involuzioni “catalane”, finora inimmaginabili (ma il dualismo storico Madrid-Barcellona non è lontanissimo da quello Roma-Milano)
E’ comunque un fatto incontrovertibile che la sanità lombarda – considerata unanimemente un’eccellenza internazionale, a differenza di quella delle regioni di larga provenienza del “governo del Sud” – è stata una delle grandi vittime dell’emergenza coronavirus. Lo è stata, anzitutto, perché dal governo centrale sono giunti segnali sempre più incerti e contrastanti, mano a mano che il rischio di contagio fuori dalla Cina cresceva. Segnali politici: come la nota querelle sulle quarantene richieste dai governatori del Nord e respinte da Roma con l’accusa infamante di razzismo. Segnali amministrativi: come il cambio in corsa dei protocolli emanati dal ministero per la Salute (dapprima netto nell’imporre tampone e isolamento a chiunque manifestasse complicanze non chiare; poi più blando nel limitare il tampone alle sole persone provenienti dalla Cina, peraltro dopo il controverso blocco dei voli diretti).
La prima pagina hate del Fatto (peraltro non solitario nella sua campagna) è giunta in ogni caso all’indomani di un ennesimo grido d’allarme del sottosegretario alla Presidenza con delega all’Editoria, Andrea Martella. Ospite di un seminario organizzato dalla direzione di La Civiltà Cattolica, il deputato Pd ha ripetuto che fake news e hate speech sono una grande emergenza nell’Italia odierna. E’ la stessa denuncia che ha portato all’istituzione di una commissione parlamentare straordinaria sul linguaggio d’odio, promossa dalla senatrice a vita Liliana Segre. Un’iniziativa che, dopo quanto accaduto, pare oltremodo urgente concretizzare.