Il Presidente del Forum Nazionale del Terzo Settore, Claudia Fiaschi, è molto preoccupata per il “crollo della credibilità” che un vasto mondo di “Ong e volontariato” sta registrando in Italia. Lo ha scritto, Fiaschi, in un intervento su Buone Notizie – inserto del Corriere della Sera – citando un recente sondaggio Ipsos pubblicato sullo stesso quotidiano. Oggi solo il 39% degli italiani afferma di avere fiducia nel Terzo settore, mentre nove anni fa erano 80 su 100. E in particolare il 56% degli intervistati si è detto convinto che le Ong perseguano obiettivi di profitto economico, mentre è rimasto solo il 22% a credere che esse siano autentiche organizzazioni umanitarie.  



La sfiducia, naturalmente, si starebbe traducendo – sempre secondo la leader del Terzo settore italiano – in un calo delle donazioni. La “colpa” (sic) di tutto sarebbe comunque dal “clima di paura alimentato nel Paese”: espressione ormai consolidata – assieme a “minaccia fascista” e molto altro – nel gergo dell’opposizione politica alla Lega di Matteo Salvini, le cui scelte di ministro sarebbero fonte di permanente ‘”emergenza democratica”.



Il vicepremier, naturalmente, non è mai citato per nome dalla portavoce di 340mila realtà sociali italiane di ogni area e ispirazione. Ma la Fiaschi non precisa neppure la motivazione e la cornice del sondaggio Ipsos: condotto pochi giorni dopo l’impresa della Capitana Rackete a Lampedusa. Gli italiani, dunque, non nutrono una generale sfiducia verso il Terzo settore italiano, ma verso un piccolo gruppo di Ong non italiane: prima fra tutte, quella che ha letteralmente “armato” la Sea Watch 3, responsabile dello speronamento di una motovedetta militare italiana che vigilava sui confini nazionali. Soggetti non italiani, programmaticamente non  rispettosi delle leggi italiane, poco trasparenti nel finanziamento e nei loro mandanti, chiarissimi solo in un obiettivo: colpire in ogni modo il ministro dell’Interno in carica in Italia. È questo il “volontariato” che – ha rilevato l’Ipsos – non piace agli italiani; non quello italiano, impegnatissimo anche ad accogliere i migranti, resistendo a ogni tentazione di buttarla in politica.  



Che poi la portavoce del Forum italiano del Terzo settore – già presidente dell’Alleanza delle cooperative toscane – stia dalla parte della Sea Watch contro il suo Governo impegnato a garantire la sicurezza del Paese non deve stupire: evidentemente non si perdona di non essere riuscita a comparire nei selfie dei deputati Pd sul ponte di comando della Capitana.