Con ‘sta calura vedi in giro solo paglia. Ecco, sì paglia, come quella che alla politica ho fatto annusare per aiutarli a uscire dal guado del dire nulla o, peggio, del dire il già detto. Massì, di quella ditta “Libero Mercato spa”, che per voi ripiglio e distillo in modalità tecnica: quell’azienda pro-crescita che agisce de facto per tenere in equilibrio produzione e consumo, impiegando al meglio le risorse produttive degli addetti e l’adeguata allocazione delle risorse di reddito per sostenere la crescita e generare ricchezza.
Agenti economici vi agiscono con ruoli integrati per la produzione dell’offerta, la generazione della domanda, del commercio, dello smercio, fornendo distinto contributo a quella spesa aggregata che fa la crescita. Il remunero degli operatori, che compensa quel diverso contributo, andrà speso nel circuito aziendale per rendere fluido e continuo il ciclo produttivo. Giust’appunto, un marchingegno societario che disponga l’adeguata capitalizzazione degli azionisti mediante una diversa allocazione della ricchezza colà generata.
Oh, oh, ancora una volta dagli accademici si nicchia; a suo tempo, qualcuno avrebbe pure esecrato. Veniamo al sodo. Quando senti dire: “Basta con la generazione dei profitti solo a beneficio degli azionisti” salti sulla sedia. Ehi, lo dice la “Benemerita” Business Roundtable, un gruppo che riunisce quasi 200 Ceo delle più grandi aziende americane; fa un elenco delle sue nuove priorità rompendo con la tradizione caldeggiata da Milton Friedman.
La “B”BR forse reagisce alla crescente spinta del populismo montante e del cambiamento climatico incipiente cambiando rotta. Sia come sia lo fa spiazzando gli azionisti, ficcandoli tra i cinque impegni che intende prendere con gli altri: dipendenti, fornitori, comunità locali e consumatori. Dicono che tra i nuovi obiettivi della Corporate America ci sia il voler “garantire valore ai nostri consumatori, centrando e, persino superando, le loro aspettative”. “Soci” appunto e ricapitalizzati?
A proposito, se non si vuol sol dirlo ma farlo, pure il malloppo ci sta. Vien fuori dall’indice Janus Henderson Global Dividend che mantiene invariate le stime per l’anno a quota 1.430 miliardi. Solo nel secondo trimestre il totale corrisposto dalle società ai loro azionisti ha segnato un nuovo record a 513,8 miliardi di dollari; quei benemeriti americani dispongono di un tesoretto da redistribuire di 121,7 miliardi.