Siamo al ridicolo. La Bce raggiunge nuove vette nella propria capacità di contraddizione, facendo e disfacendo allo stesso tempo, magari accusando gli altri di non essere allineati dopo che la stessa Bce si è resa protagonista di capriole e contro capriole.
Mi riferisco a un recente report della Bce, nel quale “la vigilanza bancaria Bce/Ssm ha rilevato che 95 banche, che coprono il 75% dei prestiti dell’area dell’euro, hanno portafogli di credito sostanzialmente disallineati rispetto agli obiettivi dell’Accordo di Parigi, con la conseguenza che i rischi di transizione sono elevati per circa il 90% di queste banche”. Quale “transizione” vi starete chiedendo? La “transizione climatica”, quella per la quale le aziende devono privilegiare le fonti energetiche rinnovabili e le banche devono oculatamente valutare i rischi e le opportunità di investimento di queste aziende.
Ora la Bce dice che le banche sono “disallineate”: ma rispetto a che? Rispetto agli “accordi di Parigi”. E chi ha dettato questi accordi? Chi ha stabilito le regole di valutazione? La stessa Bce ovviamente. In altre parole, facendo un paragone con una classe di una scuola, la Bce è al tempo stesso insegnante e commissione esaminatrice. Ma se in una classe si ha che all’esame finale il 90% degli alunni è bocciato, secondo voi è colpa degli alunni teste di legno? O qualche colpa deve averla pure l’insegnante?
E quale potrebbe essere la grossa colpa dell’insegnante? Magari di essersi occupato di una materia, quella ecologica, che non conosce?
A dir la verità, ci sono anche forti dubbi che conosca la materia di sua competenza, quella economica e monetaria, visto che la crisi attuale è stata un’accelerazione di quella già esistente, accentuata dal folle innalzamento dei tassi attuato in un’economia in difficoltà per effetto delle sanzioni. Sì certo, c’era l’inflazione alta e occorreva fare delle scelte. E la Bce ha fatto le sue scelte, privilegiando la difesa della moneta (e delle grandi ricchezze finanziarie) a scapito dell’economia reale, del lavoro, dell’occupazione e degli investimenti.
Ora si da il caso che la Presidente della Bce Christine Lagarde sia stato l’oggetto di un sondaggio commissionato da Ipso, il sindacato dei dipendenti della stessa Bce. Lagarde per oltre il 50% degli intervistati non è la persona giusta a guidare la Bce ed è criticata aspramente perché fa troppa politica, promuove eccessivamente se stessa e ha fatto addirittura peggio di Draghi e Trichet in campi per lei di estrema importanza come diversità e inclusione. Il 59% degli interpellati dice che ha oltretutto perso fiducia nel Comitato esecutivo.
In altre parole, Lagarde ne esce malissimo, a confronto dei predecessori Mario Draghi e Jean-Claude Trichet, giudicati in simili sondaggi Ipso.
Secondo un portavoce della Bce, il sondaggio sarebbe viziato. Giudizio interessante: se sotto esame sono le banche e avviene una bocciatura, la colpa è degli “alunni”; se invece sotto esame è la Bce, la colpa e degli esaminatori.
Come dicevo all’inizio, siamo al ridicolo.
Nel frattempo, l’economia in Europa va a rotoli, i fallimenti societari in Germania sono ai massimi storici (quelli di epoca pandemica), in Francia il Pil è ormai a zero, le proteste degli agricoltori dilagano nel silenzio generale dei media (soprattutto quelli italiani), impegnati a trastullarsi con la Ferragni e con le imprese sportive di qualche fenomeno italiano.
E si avvicina Sanremo.
Tante, tante somiglianze con il Titanic. Ci sarà pure l’orchestrina che suona l’ultima canzone alla moda.
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