L’adesione di un Ordine interprovinciale lombardo di ostetriche alla marcia del Milano pride è un buon motivo per tornare a riflettere sul ruolo di questi organismi di autogoverno di libere professioni, specie quelle legate alla salute dei cittadini.
Com’è noto, la riforma Lorenzin del 2018 ha trasformato questi organi da ausiliari a sussidiari dello Stato. In pratica, da ente di tutela della professionalità e deontologia degli aderenti, l’Ordine è diventato braccio armato del ministero della Salute con tanti saluti alla sua autonomia e indipendenza. L’obbligo di tutelare la politica sanitaria governativa prima che i propri iscritti lo si è visto clamorosamente in azione durante la pandemia, quando presidenti e consigli direttivi hanno avallato senza batter ciglio protocolli demenziali e antiscientifici tipo “tachipirina e vigile attesa” o l’obbligo di puntura per “evitare il contagio attivo e passivo da Covid” quando sarebbe bastato leggere il foglietto illustrativo del farmaco inoculato per scoprire che non aveva alcuna efficacia sul fronte della prevenzione immunologica.
Il caso delle ostetriche di Bergamo, Cremona, Lodi, Monza e Milano (come quello di vari Ordini regionali di psicologi) sposta però il confine del vassallaggio, che non si applica più solo a chi governa lo Stato, ma anche alle influenti lobbies politiche di turno, tipo quella della Lgbtqia+. È vero che altri Ordini di ostetriche non hanno seguito l’esempio delle colleghe lombarde e che all’interno di quello stesso Collegio – ammesso e non concesso che vi sia stato un verbale di delibera – il dissenso di decine di iscritte non è passato sotto silenzio attraverso una lettera di diffida rivolta a presidente e consiglio direttivo. Resta però sconcertante che chi dovrebbe avere come missione professionale la tutela di un essere umano fin dal concepimento aderisca acriticamente alla manifestazione di una lobby che difende un insulto alla dignità quale è la pratica dell’utero in affitto o l’ideologia gender. La stessa bandiera ideologica, peraltro, sventolata da diversi Ordini di psicologi, diventati inquisitori politici degli iscritti che non si piegano al pensiero unico, nonostante i tanti disastri che il gender sta seminando tra gli adolescenti, con tassi altissimi di suicidi.
È proprio vero che quando ci si concepisce servi si è in balìa di dove tira il vento del potere e si pretende che tutti siano sudditi.
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