Ha avuto qualche ovvio riflesso in Italia, ieri, lo storione natalizio del Financial Times sull’eccellenza di Trieste come città-modello per la tutela della salute mentale. Qualche dubbio sul fatto che l’ex porto dell’Impero asburgico sia una “small city”, ma visto da Londra ci può stare. Piacerebbe d’altronde condurre un sondaggio statistico fra i triestini, per capire se si sentano oggi veramente fra i più mentalmente sani (anzi: fra i meglio mentalmente curati) del loro Paese, continente, pianeta.
Qualche riserva può essere sollevata anche sul rilancio ennesimo della rivoluzione psichiatrica condotta da Franco Basaglia a partire da Trieste, fin dagli anni ’70. Quella scuola ha comunque attraversato mezzo secolo di vaglio critico fra scienza, cultura e politica e rimane un’indiscussa svolta nel trattamento medico e sociale delle patologie mentali. Né vi sono dubbi che, prima di Basaglia, a Trieste sia germogliata una della prime grandi scuole freudiane, attorno a Edoardo Weiss: che ebbe sul suo lettino psicanalitico Umberto Saba ed Ettore Schmitz (Italo Svevo), giganti nevrotici dell’Europa letteraria. Come lo fu James Joyce, che a Trieste visse a lungo e stese pagine centrali della sua narrativa: vertice assoluto dell’esplorazione del disagio psichico attraverso l’arte. Perché, tuttavia, quest’attenzione per la salute mentale da parte del maggior quotidiano finanziario del globo?
La curiosità era accresciuta – scorrendo la home di FT ieri mattina – dalla presenza di altri due titoli sul tema. Uno – nel format serio di “FT View”, firmato dall’Editorial Board – era un monito a “risolvere la crisi della salute mentale sui luoghi di lavoro”. Nessuna obiezione anche in questo caso: ma è noto da almeno tre anni – cioè dal lento defluire della pandemia – quanto il Covid abbia insidiato e colpito con impatti di lungo periodo non solo la salute fisica di miliardi di umani, ma anche le loro condizioni psichiche. E non c’è dubbio che luoghi di lavoro – “disrupted” assieme alle scuole dalle subitanee riorganizzazioni “smart” – siano i centri di gravità di una crisi psichica endemica, ancora incompleta in diagnosi, prognosi e raccomandazioni terapeutiche. Ma ancora una volta: perché l’allerta ora? È davvero questa un’emergenza umana prioritaria per il 2025?
FT non ha mancato di corredare il suo concentratissimo focus additando in un terzo contenuto un’esperienza operativa: il “movimento dei volontari della salute mentale”, in forte crescita soprattutto negli Usa. “Un approccio community-based genera primi risultati anche senza il ricorso a costosi trattamenti clinici”. Una volta di più: giornalisticamente ineccepibile e culturalmente condivisibile.
Se però tre indizi fanno una prova – su un giornale connazionale di Sherlock Holmes – non sembra illecito scorgere le tracce iniziali di un’ennesima narrativa: “Vi siete accorti che viviamo in un mondo impazzito?”. In concreto: non può essere che “pazzo” un mondo popolato di gente che in maggioranza vota Donald Trump, Marine Le Pen, Giorgia Meloni eccetera (e se invece a muovere centinaia di milioni di elettori fosse una psiche collettiva sana ed esasperata dai governanti precedenti?). Oppure: un Occidente che recalcitra a tornare dallo smart working a produttività calante (e se fosse proprio questo, invece, a generare stili di vita mentalmente più sani, socialmente più equilibrati, anche economicamente meno diseguali?). Eccetera.
In ogni caso, il giornale per eccellenza delle élite occidentali (che fra un mese di ritroveranno a Davos) sembra avvertire la necessità di lanciare allarmi e consigli conseguenti: quello odierno – a cominciare dagli Elon Musk – è un mondo “malato”, che va “curato”. E pazienza se proprio Basaglia iniziò a dire da Trieste che i “matti” tali non erano e che – in una società libera – dovevano avere pari dignità dei “sani”. E che i medici della psiche (certamente molti fra quelli che allora dirigevano i manicomi-prigione) dovevano cominciare a curare se stessi.
P.S.: Ieri mattina – sempre sulla home di FT – un altro titolone recitava “Come il 2024 ha rimesso in ordine il Medio Oriente / Molti in Occidente troveranno conforto che queste trasformazioni storiche siano state contenute e controllate (contained), ma l’autocompiacimento può essere pericoloso”. Un punto di vista mentalmente “sano” o “malato”?
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