Nell’iper-quiete della settimana di Borsa pre-pasquale in un’Italia in lockdown non si attenua il gossip sulla mossa di Allianz su Unicredit. Il colosso assicurativo tedesco ha annunciato di aver portato al 3,1% la sua partecipazione nel gruppo che attende a giorni l’assemblea annuale e con essa l’ingresso di Andrea Orcel come nuovo amministratore delegato al posto di Jean Pierre Mustier. L’iniziativa è parsa puramente segnaletica: Allianz è azionista stabile di UniCredit – con adeguata rappresentanza in consiglio – fin dalla sua nascita: ed è dato acquisito che la quota effettiva detenuta sia superiore a quella via via ufficiale. Ciò anche grazie ai portafogli in gestione. Perché il gigante bavarese ha voluto ricordare proprio ora il suo ruolo e peso nella banca italiana più “paneuropea”?
Il primo motivo pare esattamente il fatto che una parte rilevante di UniCredit (attivi, crediti, reti e personale) è dislocato in Germania e Austria: nei mercati che erano di Hvb e BankAustria, fuse con il gruppo italiano ancora nel 2005. Non è la prima volta che le voci ricorrenti di merger & acquisition riguardanti piazza Gae Aulenti vengono frenate da un’avvertenza: nessun piano straordinario riguardante UniCredit potrà mai essere realizzato senza il “placet” dell’Azienda-Germania. In particolare: ogni piano dovrà incorporare i “desiderata” del finanza di Monaco e Francoforte – e del Governo di Berlino – sul destino della “UniCredit tedesca”. E non stupisce che ciò avvenga ora: quando si fanno più intense le indiscrezioni su un intervento in Mps, eventualmente allargato a Banco Bpm. È evidente la preoccupazione tedesca di vedere UniCredit risucchiata in operazioni che compromettano la libertà di manovra di Allianz in Germania: dove nessuno ha ancora rinunciato all’ipotesi che le attività ex Hvb-BankAustria possano essere utilizzate a fini di stabilizzazione di Commerzbank e Deutsche Bank. L’ipotesi era del resto implicita in un disegno che Mustier ha lasciato nel cassetto: lo scorporo delle attività non italiane di UniCredit in una subholding da quotare a Francoforte. Ma non è certo l’unico fronte su cui Allianz ha voluto segnalare una vigilanza più attiva.
Con l’arrivo di Orcel – fortemente sostenuto da Leonardo Del Vecchio, primo socio italiano di UniCredit – sono riprese anche le voci su un disegno di alta finanza: il coinvolgimento del polo bancario nell’assedio in corso da parte dell’industriale su Mediobanca e Generali. Un pressing cui nelle ultime settimane si è affiancato Francesco Gaetano Caltagirone: che ha acquisito una piccola quota in Piazzetta Cuccia dopo aver costantemente rafforzato la partecipazione in Generali. Piazza Affari è quindi tornata a ragionare su un’ipotesi sul tappeto da almeno un quindicennio: un’aggregazione fra UniCredit e Mediobanca che attrarrebbe Generali in una nuova combinazione di cui Del Vecchio sarebbe azionista-pivot. Ma cosa ne pensa Allianz, che ha nuovamente certificato di essere primo azionista strategico di UniCredit e che è storico concorrente delle Generali in Europa?
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