Chissà se a Pasquetta i vertici del Pd – ma anche il presidente della Repubblica – si sono accorti della pugnalata vibrata dal New York Times. La testata ammiraglia dei “dem” Usa ha pubblicato in evidenza sulla sua home un reportage su “una provincia italiana che ha investito sui bambini”.
La provincia è quella di Bolzano, che “ha messo in campo generosi aiuti pubblici alle famiglie, garantendo un solido tasso di natalità in un Paese che sta affrontando un crollo demografico“. Gli “esperti” consultati dal Nyt dicono che la ragione della resilienza procreativa dell'”Alto Adige/Sud Tyrol” è “la fitta rete di benefit alle famiglie, molto oltre i bonus una tantum offerti dal Governo nazionale”. L’articolo elenca diligentemente “sconti su asili nido, prodotti per neonati, casalinghi, sanitari, bollette energetiche, trasporti, dopo-scuola e campi estivi”: tutti sostegni che “lasciano le donne più libere di lavorare, ciò che è vitale per l’economia”. Insomma: un unico inno al “local government” in salsa politically correct, compresi i richiami di rito alle esperienze consolidate “in Francia e in alcuni Paesi scandinavi”. E non senza la citazione delle preoccupazioni di papa Francesco per l’inverno demografico italiano; ma anche del programma di governo di Giorgia Meloni.
Quello che sembra difettare – non poco – al focus del Nyt è una contestualizzazione storico-politica. L’autonomia super-speciale della Provincia di Bolzano è nata da uno specifico sviluppo storico. L’Alto Adige ancora negli anni ’60 era una terra dei fuochi poco diversa dai Paesi Baschi; ed è stata poi ininterrottamente governata da un partito etnico “local-sovranista”. L’allora Premier “dem” italiano Matteo Renzi suggerì il modello nel 2015 al tavolo degli accordi di Minsk per superare la prima guerra russo-ucraina sul Donbass; e “money for land” è stata la proposta di Donald Trump (a lungo non sconfessata da Joe Biden) ai palestinesi di Gaza e Cisgiordania nei cosiddetti “Accordi di Abramo” del 2020, sottoscritti alla Casa Bianca dal premier israeliano Bibi Netanyahu).
Lo spot del Nyt al “buon governo alpino di Bolzano” è d’altronde curioso nella primavera 2024 non solo perché rilancia un argomento demo-economico di fatto contrapposto all’immigrazione come strumento anti-declino (occupazionale, fiscal-previdenziale, ecc.). Appare singolare che il più importante quotidiano Usa intervenga su questo fronte nel crescendo della campagna elettorale per il rinnovo dell’euro-parlamento: che in Italia sta registrando scontri ennesimi proprio sull’autonomia differenziata. Quest’ultima è attesa come un diritto quanto meno dal Veneto: che nel 2017 ha visto i suoi abitanti esprimere un plebiscito per l’autonomia in un referendum (promosso dal Governatore leghista Luca Zaia) che ha registrato un’affluenza maggioritaria e superiore a quella ormai tipica di altri voti amministrativi. Proprio in Veneto sono stati d’altronde ripetuti gli “incidenti di frontiera” con le due Province autonome di Trento e Bolzano: esemplare il referendum del 2007 di otto comuni dell’Altopiano di Asiago, che votarono in misura schiacciante per il passaggio alla Regione Trentino-Alto Adige salvo venire immediatamente respinti dall’amministrazione autonoma di Bolzano.
Altre due regioni italiane hanno chiesto fin dal 2017 la promozione all’autonomia su 23 materie. Sono la Lombardia (dopo un referendum popolare, sempre promosso dalla Regione a guida leghista) e l’Emilia Romagna: che ha formalizzato il proprio progetto senza consultazione popolare, a firma del governatore “dem” Stefano Bonaccini. Tre anni dopo Bonaccini è stato rieletto alla guida della Regione in ticket con Elly Schlein (in precedenza europarlamentare “bolognese”). E nel 2023 Schlein e Bonaccini si sono ritrovati unici contendenti per la leadership nazionale del Pd (al secondo andò il favore degli iscritti al partito, ma prevalse la prima grazie al voto dei “gazebo”).
Entrambi hanno lasciato di fatto nel cassetto il dossier “autonomia differenziata”, di indubbia paternità del centrodestra. Ma ora il Nyt sembra suggerire alla Segretaria “obamiana” del Pd – che ha anche passaporto americano e un padre politologo “dem-liberal” – di non trascurare un modello istituzionale in cui un’autonomia locale può dar prova di spendere meglio le risorse pubbliche a vantaggio dello sviluppo economico e sociale (Biden sta rilanciando l’azione pubblica a tutto campo contro Trump). E in filigrana sembra di cogliere anche l’invito – se necessario – a ignorare i contro-appelli all'”unità nazionale” lanciati dal governatore “dem” della Campania Vincenzo De Luca. Ma anche dal Presidente (“dem”) Sergio Mattarella.
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