L’assegno universale per i figli a carico, introdotto per ridurre la pressione fiscale, non sta generando i risultati attesi per la maggior parte dei suoi percettori. Anzi. Della questione torniamo a occuparci perché vale la pena essere informati e correttamente. Strada facendo abbiamo scoperto che questa cd “armonizzazione delle prestazioni” – necessaria a reperire le risorse necessarie alla misura – è andata a discapito del Fondo per i disabili. Ma riallacciamo i fili.
Il passaggio da detrazioni, Anf e altri bonus basati sul reddito all’assegno unico di importo determinato in base al valore dell’Isee familiare sta generando “confusione, false aspettative e delusioni”. A guadagnarci sono solo i nuclei familiari con Isee particolarmente basso e le famiglie con redditi alti, precedentemente escluse dagli assegni al nucleo familiare. L’obiettivo della riforma, parte del Family Act, è di contrastare la denatalità, ridurre la pressione fiscale sui nuclei familiari con figli a carico e fare ordine nell’ambito dei sussidi esistenti. Il motivo dello scontento è legato essenzialmente al passaggio dal reddito all’Isee per la determinazione dell’importo spettante, come tra l’altro già evidenziato dall’Ufficio parlamentare di bilancio.
L’Isee tiene infatti conto non solo dei redditi, ma anche dei patrimoni della famiglia, quali abitazioni, autovetture, giacenze medie sui conti e via discorrendo, che non necessariamente corrispondono alla reale ricchezza del nucleo familiare. A perderci comunque sono le persone disabili e lo vediamo concretamente nel recente decreto legislativo semplificazioni del 21 giugno 2022 n. 73 e si sostanziano in modifiche apparentemente maggiormente favorevoli (rispetto ai primi conteggi del decreto legge 230/2021) che riguardano i figli maggiorenni. Rimane immutato il trattamento per i minorenni, modifiche che valgono solo per il 2022, non si capisce se arriva in automatico o bisogna fare domanda, se è retroattivo, comunque l’assegno per ciascun figlio è di al massimo 175 euro mensili se l’Isee familiare non supera i 15.000 euro. Poi è modificata la maggiorazione di 105 euro per la non autosufficienza, 95 per la grave disabilità, 85 se la disabilità è media.
La stima di questo intervento è nel decreto di 122 milioni solo per il 2022 e dice sempre il decreto che si provvede riducendo il Fondo per le politiche in favore delle persone con disabilità (art 1 c 178 legge 30 dicembre 2021 n. 234). Insomma, se la coperta è corta (e noi ce lo siamo più volte chiesto come si poteva affrontare una tale riforma senza avere certezza strutturale!) non si pensa di ridurre gli indebiti beneficiari del Reddito di cittadinanza – tanti malandrini scoperti anche recentemente -, ma si riducono i Fondi per la non autosufficienza. Questo si deve sapere e a parere di chi scrive è un accanimento sui più fragili di cui vergognarsi.
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