Oramai sono diventato un nuovo genere televisivo, in cui eroici direttori di tg e anchor man si impegnano a stare in diretta per tutta la notte e parte della mattinata successiva, al fine di commentare insieme ai loro ospiti prima gli exit poll, poi le proiezioni, infine i dati reali. Oramai è come assistere a un grande gioco per adulti, cui si partecipa per vedere se le società di sondaggi ci avevano preso o per la curiosità di sapere con grande immediatezza i risultati delle elezioni.



A molti appare anche questa una liturgia oramai consunta: ogni canale ha sempre i suoi ospiti di riferimento, mentre ci sono anche gli opinionisti tuttologi che fanno il giro di tutte le reti. Anche i commenti sono oramai abbastanza prevedibili a seconda dell’ora in cui vengono fatti: “Bisogna vedere se la realtà rispetta le interviste a campione”. Più tardi “Bisogna capire se il dato verrà confermato da un campione più completo”, per poi passare a qualunque ipotesi fantapolitica di nessuna reale valenza, anche perché a questo punto il sonno incalza e la curiosità è stata ampiamente soddisfatta. Ma tant’è. Come i talk-show sempre identici a se stessi, anche le maratone elettorali sono diventate un appuntamento seriale come i telefilm o le serie.



Questa volta, in occasione delle elezioni europee, in tutto questo eroico dispiego di inviati, dirette, tecnici obbligati a costosi straordinari, il giornalismo televisivo ha mostrato un’incredibile inutilità. Si dà il caso infatti che in una zona fortunatamente poco abitata del Perù ci sia stato il terremoto già definito il più grande della storia del pianeta: 8 punti della scala Richter. E mentre dalla parte opposta del globo ce n’è stato uno simile, fortunatamente in mezzo al mare. Era impossibile sapere di danni o di vittime, ma già in rete giravano immagini e persino video come minimo sorprendenti. Bene. Pensate che ci sia stata qualche rete che abbia interrotto per un solo momento la maratona elettorale per dare la notizia insieme a qualche spiegazione? No. Nessuna. La litania dei dati e degli istogrammi veniva puntualmente interrotta per le previsioni del tempo o per la pubblicità, ma nessuno ha pensato di dedicare un minuto a rendere conto di un evento di portata epocale nella storia della Terra. E nonostante in rete cominciassero ad apparire i primi post stupiti per tutta questa insipienza.



Che dire? Se questi sono gli operatori dell’informazione che dovrebbero informarci e spiegarci cosa sta succedendo, perché mai dovremmo prestare ancora loro ascolto visto che non sono stati in grado di allontanare per un momento lo sguardo dal proprio ombelico, per buttare almeno uno sguardo su cosa sta accadendo al pianeta terra, tutti presi dall’acutezza delle loro analisi sui punti percentuali persi e guadagnati da questo e da quello?