Ieri Reuters ci ha “avvisato” delle negoziazioni in corso in Germania per creare un campione nazionale nel settore delle costruzioni navali. ThyssenKrupp Marine Systems si fonderà con il suo concorrente tedesco German Naval Yards. Secondo un portavoce della società contattato da Reuters, lo scenario è “supportato politicamente”. Il consolidamento in questa fase di crisi sarebbe necessario per salvaguardare posti di lavoro e cantieri tedeschi.
Ovviamente il ragionamento non fa una piega e la Germania ha ogni interesse che il gruppo che ha appena consegnato un sommergibile militare all’Egitto passi questa crisi possibilmente rafforzato. Stiamo parlando dello stesso Stato che offre grandi opportunità strategiche all’Italia; peccato che tutte le volte che i nodi si stringano con un partner commerciale e strategico di sicuro interesse qualcosa vada storto, ma questo è un altro discorso.
Quello che importa nell’Italia e nell’Unione europea del 2020 lacerata da una crisi che ha lasciato cicatrici evidenti è se si debba cambiare prospettiva e se sì quanto e su quali cose. L’Austria che chiude il Brennero ai camion italiani mettendo in ginocchio imprese italiane non si comporta da partner, ma forse da concorrente per conto terzi; esattamente come accaduto per i blocchi alle esportazioni di materiale sanitario o per gli acquisti italiani improvvisamente bloccati nei magazzini di qualche Paese europeo; per non parlare di coronabond, Mes o spread. Insomma, sull’Europa bisognerebbe avere davvero uno sguardo disincantato.
Non si tratta di sovranismo o di improvvide uscite dall’euro o di fiumi di debito che prima o poi presentano il conto, si tratta di maturare finalmente uno sguardo adulto, o non venduto, nei confronti dell’Europa. L’Europa non è il magico mondo che ci hanno venduto per anni convincendoci che ci fosse un afflato europeo nei nostri partner che giustamente hanno sempre e solo usato le istituzioni europee per i propri fini. L’Italia è un caso a parte per un’ideologia europea che non ha paragoni in Europa e per un diluvio di legion d’onore francesi che ha ancora meno corrispondenze.
Quello che intendiamo è che la logica del “campione nazionale europeo”, che già si capiva avere un po’ il fiato corto, oggi sembra decisamente sorpassata da eventi che hanno mostrato tutte le contraddizioni del progetto europeo. Nessuno sa come andrà a finire tra Corti costituzionali tedesche, interessi geopolitici confliggenti tra Cina e Stati Uniti e divaricazioni dei debiti pubblici e dei cali del Pil clamorose. Proprio per questo legare settori strategici a partner europei dovrebbe diventare una cosa su cui pensare 10, 100 e 1000 volte e forse persino da escludere in toto in certi campi.
La sovranità italiana è evaporata, si è sublimata in istituzioni europee che non rispondono né al parlamento, né ai cittadini europei; la sovranità francese o tedesca, e perfino spagnola, è rimasta saldamente a casa. Come sempre la prima ripartenza è difendere quello che c’è; evitiamo per cortesia di scavarci una fossa ancora più profonda di quella in cui ci siamo cacciati. Parliamo ovviamente di Leonardo/Finmeccanica e di tutto il resto.