SPIONAGGIO JACOBS TORTU: LA RICOSTRUZIONE DE “IL FATTO QUOTIDIANO”
Il presunto caso di spionaggio Jacobs Tortu agita l’atletica italiana: il caso è scoppiato ieri, 13 febbraio 2025, quando Il Fatto Quotidiano ha pubblicato un articolo nel quale si parla di una sorte di ‘indagine privata’ da parte di Giacomo Tortu, fratello maggiore di Filippo Tortu, che avrebbe assunto un superhacker vicentino, Gabriele Pegoraro, con l’obiettivo di trovare tracce di doping nelle analisi di Marcell Jacobs.
Una vicenda che risale al 2021, l’anno magico di Marcell Jacobs che vinse l’oro europeo sui 60 metri indoor in inverno per poi naturalmente scrivere la storia alle Olimpiadi di Tokyo, con l’oro nei 100 metri e anche nella staffetta 4×100, in questo caso naturalmente in squadra anche con Filippo Tortu. Secondo Il Fatto Quotidiano, Giacomo Tortu si sarebbe fatto accompagnare da un avvocato che si proclamava portavoce delle Fiamme Gialle per chiedere delucidazioni su una possibile positività al doping di Jacobs, chiedendo all’hacker di recuperare esami, chat e telefonate tra Marcell e il suo staff, cioè l’allenatore Camossi, il manager Magnani e il nutrizionista dell’epoca, Spazzini.
SPIONAGGIO JACOBS TORTU: LE REAZIONI DEI DUE CAMPIONI
Bisogna innanzitutto precisare che “non è stata trovata la minima traccia di doping”, ma logicamente lo spionaggio Jacobs Tortu è una vicenda che minaccia di creare strascichi. Non a caso, Filippo Tortu ha subito voluto dichiarare tramite il suo ufficio stampa “di aver appreso la notizia dagli organi di informazione”, chiedendo di “non essere associato a eventi da cui è totalmente estraneo”.
Ancora più stringata la reazione da parte dello staff di Marcell Jacobs: l’olimpionico non ha voluto commentare, chiedendo però al suo avvocato “di valutare i profili legali, come possibile parte lesa”. Queste ipotesi sono emerse, nella ricostruzione de Il Fatto Quotidiano, dalle rivelazioni dell’ex poliziotto Carmine Gallo, indagato da parte del pm Francesco De Tommasi in un’inchiesta sulla società Equalize, alla quale si sarebbe appunto rivolto Giacomo Tortu.