Sulle pagine del Guardian è stato presentato lo strano caso della guardia di sicurezza dell’ambasciata inglese a Berlino accusata di spionaggio a favore della Russia. Dalla sua posizione privilegiata, godendo della fiducia di colleghi e diplomatici, avrebbe rubato alcuni segreti ed informazioni personali sensibili, oltre che comunicazioni ufficiali, tanto della Gran Bretagna, quando della Germania, per rivenderli allo stato russo. Avvicinato dagli agenti dell’MI5, ovvero i servizi segreti britannici, è stato arrestato e successivamente processato ed incarcerato, con una condanna a 13 anni di reclusione.
Lo strano caso della guardia accusata di spionaggio
La guardia dell’ambasciata accusata di spionaggio si chiama David Ballantyne Smith, un 58enne originario della Scozia. Ex aviatore della RAF britannica, aveva sposato una donna ucraina di lingua russa che nel luglio del 2018 lo avrebbe lasciato per tornare in Donbass e portandolo, secondo quanto ha raccontato in tribunale, a bere fino a 7 pinte (corrispondenti a circa 3 litri e mezzo) di birra al giorno.
Sia in casa che nell’armadietto della guardia accusata di spionaggio sarebbero stati trovati, dalla polizia tedesca, diversi rimandi alla Russia e alla Federazione russa, tra i quali una vignetta di Putin che tiene al guinzaglio l’ex cancelliera tedesca Angela Merkel vestita con un’uniforme nazista. Nel complessivo la guardia sarebbe riuscita a far trapelare dettagli sulla difesa dei paesi, oltre che nomi, indirizzi, foto e numeri di telefono degli ambasciatori, tra i quali anche del diplomatico incaricato di dialogare con la Russia. Dietro alle azioni di spionaggio, ovviamente, ci sarebbe stato anche un cospicuo scambio di denaro che avrebbe spinto la guardia dell’ambasciata a non prelevare più nulla dal suo conto corrente da febbraio 2021.
Il racconto della guardia
Davanti ai giudici del tribunale, la guardia accusata di spionaggio avrebbe raccontato di averlo fatto senza intento di dolo. Voleva, secondo il suo racconto, solamente causare imbarazzo all’ambasciata, senza grosse prove a sostegno della sua tesi. Il giudice, di contro, avrebbe respinto la sua versione, sostenendo che l’uomo non fosse veramente pentito, inoltre, “è stato pagato dalle autorità russe per il suo tradimento. Considero questi pagamenti un fattore significativo per aumentare la sua colpevolezza”, si legge sul Guardian. Non è stato possibile, però, ricostruire l’entità dei pagamenti per lo spionaggio, dato che gli scambi sarebbero stati fatti in denaro, senza ovviamente alcuna documentazione.