L’episodio di spionaggio per il quale Walter Biot è finito in carcere porta un «clima di seconda guerra fredda» in Italia. Ad affermarlo è Giulio Terzi di Sant’Agata, ex ministro degli Esteri. «Tutti cercano di dire, cancellerie, governi, ed è comprensibile che lo si dica, che non c’è una seconda guerra fredda, non ci sarà perché nessuno la vuole», la premessa del diplomatico nell’intervista rilasciata da Il Tempo. La situazione, però, è ben diversa, perché da anni c’è «un confronto crescente tra le potenze revisioniste dell’ordine internazionale». Secondo Giulio Terzi, che è stato ministro degli Esteri nel governo Monti, sono due le potenze revisioniste nello specifico, cioè «i due colossi sulla scena mondiale della sicurezza e un colosso anche dell’economia: Cina e Russia».
Secondo Giulio Terzi «stanno facendo di tutto per cambiare il diritto internazionale senza ricorrere alle istanze che erano state faticosamente messe insieme per dirimere le controversie senza ricorre alla forza». Per questo siamo in un clima da seconda guerra fredda: «E lo vediamo tutti i giorni».
“USA NON CONTIENE RUSSIA E PUTIN…”
La Russia è molto spregiudicata nel suo tentativo di sovvertire l’ordine internazionale, spiega Giulio Terzi, anche in virtù del fatto che gli Stati Uniti non hanno più la volontà politica di contenerla, come accadeva invece con l’Unione Sovietica. «E allora la Russia agisce prendendo spazio. Quindi in questo clima da seconda guerra fredda, l’episodio che è accaduto è perfettamente inserito», dice a Il Tempo in riferimento al caso di Walter Biot, accusato di aver passato 181 documenti segreti alle spie russe. Terzi dice di essere stato testimone di un episodio che rafforza le sue idee. Cita il vertice atlantico di Bucarest nel quale Vladimir Putin intervenne «per fare una specie di scenata con gli altri capi di Stato e di governo presenti, a cominciare da Bush». Inoltre, si rifiutò di firmare qualsiasi comunicato al termine del vertice Nato-Russia. Dal 2008 c’è stata un’escalation. Per questo il caso di spionaggio si colloca «in un accresciuto utilizzo dell’intelligence in modo estremamente aggressivo».
“QUELLO CHE HA FATTO LA RUSSIA È GRAVE”
Quanto accaduto in Italia con l’ufficiale Walter Biot ha chiaramente eco internazionale, perché «quando si tocca la sicurezza della Nato è un problema collettivo». A tal proposito, l’ex ministro Giulio Terzi spiega a Il Tempo che «la tutela del segreto e la classifica dei documenti è una responsabilità di ogni paese nei confronti di tutti gli altri». La vicenda conferma l’interesse da parte della Russia e di altri Paesi di «penetrare il sistema di protezione anche informativa dell’Alleanza atlantica». Pertanto, «scalfire questa rete di protezione è una cosa grave». L’ex ministro degli Esteri è quindi soddisfatto per l’intervento del nostro controspionaggio, che è «riuscito a individuare i responsabili e prenderli con la pistola fumante». Infine, riguardo i rapporti tra Italia e Russia dopo questo episodio di spionaggio: «Penso che continueranno a tutti i livelli per come sono sempre stati. Ci potrà essere un raffreddamento per quello che riguarda la consuetudine di contatti in alcuni settori», conclude Terzi.