Mentre da un lato Xi Jinping ed Emmanuel Macron si sono incontrati in un vertice che sembra essere un modo per mettere a tacere quelle ostilità che da anni sembrano più intense, Parigi torna a preoccuparsi per l’allarme spionaggio a fronte di un “numero notevole” di matrimoni tra marinai francesi di istanza a Brest e alcune studentesse cinesi che si trovano lì (almeno, sulla carta) per studiare. Un allarme che parla di nucleare e sicurezza interna, visto che a Brest si trova l’intera flotta di sottomarini nucleari francesi – oggetto d’interesse del presunto spionaggio – oltre a diverse industrie sensibili e alcuni tra i più importanti centri di ricerca francesi.
A riportare l’allarme che velatamente circola negli uffici del governo di Parigi è il Financial Times, che pur avendo avuto contatti con una fonte diretta non è riuscito a ricostruire il numero effettivo di quei matrimoni tra marinai francesi e donne cinesi; mentre è certo che nelle ultime ore l’allarme spionaggio è stato oggetto di un’audizione a porte chiuse del parlamento francese, nel corso della quale nessuno sa di cosa si sia discusso.
I timori per lo spionaggio: nel 2019 i primi matrimoni sospetti tra marinai francesi e donne cinesi
Insomma, a conti fatti ciò che teme Parigi è che i marinai francesi potrebbero lasciarsi ‘scappare’ nell’intimità delle loro relazioni con le donne cinesi alcune informazioni sensibili che potrebbero far comodo al Partito comunista di Pechino, da sempre particolarmente affezionato allo spionaggio. Non a caso – secondo gli americani – il Guoanbu (gli 007 cinesi) ha la stessa forza dell’FBI e della CIA messe assieme, così come negli anni sono state parecchi i casi di comprovato spionaggio: gli ultimi solo il mese scorso, con sei arresti tra Germania e Regno Unito.
Tornando all’allarme per i matrimoni tra mariani francesi e donne cinesi non è la prima volta che la lente di Parigi si ferma su Brest, già oggetto di un’indagine per un caso del tutto analogo accaduto nel 2019: all’epoca i casi sospetti furono “tre o quattro”, spiega Matthieu Gallou (preside dell’Université Bretagne Occidentale) citato dal Corriere, ma non venne concluso nessun arresto. Oggi, invece, alcune fonti militari sembrano smentire il rischio spionaggio da parte della Cina, sottolineando che da codice etico chiunque sia avvicinato “in modo sospetto” viene automaticamente “escluso da ogni incarico operativo“.