La minaccia di fare la stessa fine di Sana Cheema qualora non avesse accettato il matrimonio combinato: è finito l’incubo di una giovane pakistana e delle sue tre sorelle, da tempo vessate dai genitori e dal fratello. Tempestivo l’intervento delle forze dell’ordine che, dopo la denuncia del fatto da parte delle vittime, ha avviato le indagini e indagato sui maltrattamenti in famiglia. Come riportano le principali agenzie, le violenze andavano avanti da tempo: l’ultima aggressione ha rappresentato la classica goccia che fa traboccare il vaso, l’ultima angheria tra le mura domestiche. Un dramma sventato che ha fatto il giro del web, con le prime prese di posizione dal mondo politico: «Abbiamo il pieno diritto ed il dovere di accogliere nel nostro paese SOLO chi condivide i nostri valori di libertà, uguaglianza e rispetto della donna. Basta con i guasti del multiculturalismo! Respingiamo il fondamentalismo islamico», le parole dell’europarlamentare della Lega Danilo Oscar Lancini. (Aggiornamento di Massimo Balsamo)
L’INCUBO VISSUTO DA 4 GIOVANI PACHISTANE
«Sposati o farai la fine di Sana Cheema»: questa la minaccia rivolta a una giovane pachistana di Brescia da parte dei genitori e del fratello maggiore. Evidente il riferimento alla donna recentemente uccisa dalla famiglia per aver rifiutato un matrimonio combinato, la storia è la stessa: la maggiore di quattro sorella sarebbe stata costretta a tornare in patria per sposarsi con un uomo “selezionato” dai genitori. Nozze da lei rifiutate con forza, tanto da essere minacciata di morte: decisivo l’intervento delle forze dell’ordine. Come riportato dai colleghi de Il Fatto Quotidiano, i tre sono stati raggiunti da un’ordinanza di custodia cautelare con l’accusa di maltrattamenti in famiglia, lesioni personali e induzione al matrimonio. Ma non solo: imposto il divieto di avvicinamento alle vittime e, alla madre e al padre, è stata imposta anche la sospensione della responsabilità genitoriale.
BRESCIA SOTTO CHOC: “SPOSATI O FARAI LA FINE DI SANA CHEEMA”
Come dicevamo, è risultato decisivo l’intervento delle forze dell’ordine: le quattro donne – di cui due ancora minorenni – nelle scorse settimane si sono recate al pronto soccorso di Brescia dopo l’ennesima violenza subita da parte di genitori e fratello. Tramite l’ausilio degli addetti alla rete antiviolenza, le giovani sono state collocate in una struttura protetta e le forze dell’ordine hanno avviato le indagini: secondo quanto ricostruito dagli agenti della compagnia locale, le quattro ragazze subivano da tempo violenze, giustificate come «incidenti domestici». E, di fronte al rifiuto della figlia più grande di accettare il matrimonio combinato in Pakistan, i genitori hanno iniziato a evocare il caso di Sana Cheema, 25enne torturata e uccisa per la sua scelta di vita “occidentale” e per il suo no alle nozze combinate.