Una data memorabile, e non solamente perché quella del proprio matrimonio. Maurizio e Silvia si sono sposati in terapia intensiva, a le Molinette di Torino. Dopo un grave infarto che lo scorso 3 giugno ha colpito Maurizio Calorio, 47 anni, la coppia ha deciso di sposarsi. A chiederlo proprio l’uomo, che temeva di non avere più tempo. Dopo 20 giorni di ricovero, infatti, le già critiche condizioni di Maurizio si sono aggravate a causa di un’emorragia. Una situazione disastrosa, che solamente l’ossigenazione extracorporea ha tenuto stabile. Per poterlo salvare, solamente la speranza di un trapianto immediato. Temendo il peggio, l’uomo ha chiesto alla sua compagna, Silvia Duca di 42 anni, di sposarlo.



Il sì è arrivato lo scorso 23 giugno nel reparto di rianimazione cardiochirurgica delle Molinette di Torino. La notte dopo il “sì”, però, la grande sorpresa: una chiamata per il trapianto di cuore. Silvia, al Corriere, racconta: “È difficile da descrivere. Ci eravamo appena sposati ed ero arrivata ad Alba molto tardi. Dopo tante notti difficili, mi ero addormentata più serena, vicino a Sofia, la nostra bambina. Non ho mai smesso di credere che Maurizio ce l’avrebbe fatta e il matrimonio mi aveva dato una spinta in più, ma non mi sarei mai aspettata un regalo così grande e tempestivo. Quando ho sentito squillare il telefono, lo confesso, ho pensato al peggio, ma mi hanno tranquillizzata subito. Ho urlato di gioia, svegliato tutti i parenti e sarei partita per Torino all’istante, ma erano le quattro di notte e mio padre mi ha fermato. A mezzogiorno il professor Massimo Boffini è uscito dalla sala operatoria per dirci che l’intervento era riuscito e il cuore era ripartito. Non riuscivo proprio a parlare, poi mio padre mi ha abbracciata e sono scoppiata in un lungo pianto liberatorio. Dopo tre settimane da incubo c’era di nuovo una speranza concreta”.



“Ci sposeremo anche in chiesa”

Silvia e Maurizio, sposi in terapia intensiva, sono fidanzati da più di cinque anni: “Era il 2010, avevamo amici in comune e una sera ci siamo ritrovati a cena allo stesso tavolo. Mi è piaciuto subito, ma per 5 anni ci siamo visti solo saltuariamente e in compagnia di altre persone. Poi, nel 2015, abbiamo avuto entrambi delle vicissitudini personali che ci hanno avvicinato. Alla festa di Capodanno del 2016 ci siamo fidanzati ufficialmente. Ci siamo incontrati tardi, ma siamo fatti l’uno per l’altra. Lui è dolce, affettuoso, disponibile e soprattutto ha la capacità di vedere il lato positivo delle cose. Sofia è stato il coronamento del nostro sogno d’amore. L’abbiamo cercata tanto e alla fine è arrivata”.



Del giorno dell’infarto, Silvia ricorda: “Io sono un tecnico di laboratorio, ma il 3 giugno ero ancora in maternità. Maurizio stava mangiando quando si è sentito male. Ho chiamato il 118 e un’ambulanza l’ha portato a Verduno, ma le sue condizioni erano già critiche e l’hanno trasferito alle Molinette, a Torino. È stata la nostra salvezza. Abbiamo incontrato infermieri e medici meravigliosi come la dottoressa Anna Trompeo e tutta l’équipe del professor Mauro Rinaldi. In quei giorni difficili sono stati la nostra famiglia”. A fare da testimoni al matrimonio proprio medici e infermieri: “Avevamo già in programma di sposarci a settembre, visto che avevamo rinviato il matrimonio per due volte per la pandemia. La cerimonia in ospedale è stata comunque bellissima ed emozionante, ma io ci terrei a sposarmi anche in chiesa: sono molto credente e penso che tutto quello che è successo abbia del miracoloso. Probabilmente faremo una festa unica per il battesimo di Sofia e il ritorno alla vita di Maurizio”.