Le Regioni stanno lavorando ad accordi per permettere gli incontri tra i parenti e i congiunti, visto che al momento non sono permessi. Gli spostamenti tra regioni diverse sono infatti vietati fino al 2 giugno, se non per ragioni di assoluta necessità, urgenza, lavoro e salute, da dichiarare tramite autocertificazione. Proprio per questo ci sono trattative in corso tra Regioni. Lo rivela Giovanni Toti su Facebook: «Stiamo lavorando ad accordi tra Regioni confinanti per far rincontrare parenti e congiunti». Nel post il governatore della Regione Liguria ha scritto di essere al lavoro per una nuova ordinanza che permette alle giostre e ai piccoli parchi divertimento di aprire, inoltre sta lavorando ad orari più flessibili per negozi, parrucchieri ed estetiste. Nel frattempo, ci sarebbero colloqui con altre Regioni sul tema caldo degli spostamenti interregionali. «La Liguria e l’Italia si stanno rimettendo in cammino, siamo sulla strada giusta», ha aggiunto Toti. Ma non è l’unico governatore ad essersi esposto in tal senso.
SPOSTAMENTI TRA REGIONI PER CONGIUNTI: OK VENETO
Luca Zaia non si è semplicemente esposto in merito alla possibilità di spostamenti tra regioni vicine per parenti e congiunti. Ha infatti annunciato un accordo con i colleghi di Friuli Venezia Giulia, Emilia Romagna e Provincia di Trento per gli spostamenti, sempre con autocertificazione, per vedere parenti e fidanzati. Il governo per ora non si è pronunciato su queste mosse delle Regioni, ma dall’entourage del ministro Francesco Boccia trapela che con l’ultimo accordo si è comunque dato maggiore spazio alle Regioni per aprire o chiudere di più. Zaia e Bonaccini hanno informato i prefetti di Ferrara e Rovigo e chiesto la collaborazione delle forze di polizia. Inoltre, il governatore del Veneto ha ricordato che questa «decisione è stata assunta in ragione della positiva evoluzione dello stato epidemiologico, e a fronte dell’esigenza manifestata da numerosi cittadini residenti nelle due province». Ferrara e Rovigo, infatti, sono stati due dei territori meno colpiti dall’emergenza Covid-19.