«Sugli eventuali spostamenti extraregionali, in termini generali si è ritenuto opportuno attendere quantomeno flusso dei dati fino a giovedì per effettuare valutazioni più circostanziate», così fanno sapere in una nota congiunta il Ministro per gli Affari Regionali Francesco Boccia e il Governatore della Lombardia Attilio Fontana al termine dell’incontro a Palazzo Lombardia per le riaperture dopo il 3 giugno. Di concerto anche il Ministro della Salute Roberto Speranza che da Roma avverte le 21 Regioni pronte ai nastri di partenza per l’ulteriore potenziamento della fase 2: «I dati veri per misurare cosa è avvenuto il 18 maggio li vedremo solo a fine mese, e il 3 giugno è distante». Nel frattempo si fanno sempre più prossimi gli accordi ormai già siglati tra i paesi confinanti su due Regioni limitrofe: da ultime, Toscana ed Emilia Romagna hanno trovato l’intesa per il tratto appenninico dove vivono diverse comunità a ridosso del confine e che finora non potevano ancora ricongiungersi né muoversi tra Comuni in realtà vicinissimi tra loro. (agg. di Niccolò Magnani)



LE DUE IPOTESI: 10-17 GIUGNO PER LE 3 REGIONI PIU COLPITE

La questione spostamenti fra Regioni dopo la pandemia di Coronavirus continua a tenere banco, in particolar modo per i possibili ritardi che potrebbero verificarsi nelle riaperture relative a tre Regioni in particolare, quali Lombardia, Piemonte ed Emilia-Romagna, quelle, di fatto, a più alto numero di positività. Due le ipotesi in ballo per lo slittamento: mercoledì 10 o mercoledì 17 giugno. Una scelta che verrebbe adottata per scongiurare qualsiasi ulteriore problematica nei mesi a venire, quando l’intento dichiarato è quello di consentire agli italiani di spostarsi tranquillamente lungo la Penisola per recarsi in vacanza. Vi è però un’ulteriore novità che riguarda la possibilità di permettere i viaggi solo fra regioni con lo stesso livello di indice di rischio contagi. Di fatto, se ciò fosse confermato, i cittadini di una regione a basso contagio potranno recarsi soltanto in altre regioni a basso contagio e quelli residenti in regioni a rischio moderato si potranno muovere solamente verso regioni con indice di contagio moderato. (aggiornamento di Alessandro Nidi)



SPOSTAMENTI FRA REGIONI: SOLO DAL 10 GIUGNO IN LOMBARDIA, PIEMONTE ED EMILIA?

Entro la fine di questa settimana si deciderà se riaprire o meno i confini fra le varie regioni, permettendo così agli italiani di spostarsi liberamente per tutto lo stivale, dicendo addio all’autocertificazione. Il Corriere della Sera anticipa che la decisione definitiva dovrebbe arrivare venerdì, dopo il monitoraggio dei dati di questa settimana, e le regioni più attenzionate restano Lombardia in primis, con Piemonte ed Emilia Romagna a seguire, le tre con più casi di covid. «Il numero dei nuovi contagiati continua a scendere, se i dati del monitoraggio di venerdì saranno buoni come ci aspettiamo troveremo una soluzione che vada bene a tutti», fanno sapere dal ministero della salute, confermando quanto detto sopra. Ma se i dati dovessero invece essere negativi? A quel punto si opterà per una proroga della chiusura delle tre regioni, sempre a seconda dei contagi, per almeno un’altra settimana, al massimo due, di modo da abbassare ulteriormente i contagi e favorire la libera circolazione per l’estate. Tra l’altro dal 15 giugno dovrebbero riaprire tutte le frontiere, di conseguenza entro quella data l’Italia dovrà essere per forza di cosa liberamente percorribile. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)



RIAPERTURA CONFINI REGIONI, BOCCIA CAUTO “FORSE NON IL 3 GIUGNO”

I confini delle regioni rischiano di rimanere chiusi anche dopo il 3 giugno. Lo ha spiegato senza troppi giri di parole nelle scorse ore il ministro Boccia, riferendosi alle tristi scene di movida che sono giunte da ogni angolo dell’Italia negli scorsi giorni. L’argomento confini è stato trattato anche dal numero uno dell’Emilia Romagna, Bonaccini, che intervistato dai colleghi di Agorà, trasmissione di Rai 3, ha spiegato: “Riaprire i confini al 3 giugno? Mi auguro che sarà così, ma la decisione dovrà essere presa a livelli nazionale solo dopo aver osservato l’andamento dei contagi. Se si deciderà di aprire vorrebbe dire che la situazione è sotto controllo, Ma io non sono un veggente, non so cosa succederà”. La decisione di riaprire le regioni a partire dal 3 giugno, sarebbe una mossa ovviamente per favorire il turismo, visto che non permettere lo spostamento agli italiani, significherebbe che il turismo rimarrebbe confinato solo ai locali, con ingenti perdite economiche soprattutto per quelle regioni dove il turismo è fra le prime risorse. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)

RIAPERTURA CONFINI REGIONI, BOCCIA: “FORSE NON IL 3 GIUGNO”

Non è ancora detta l’ultima parola sul via libera allo spostamento tra Regioni dal 3 giugno 2020. A lanciare l’allarme è il ministro Francesco Boccia in un’intervista a La Stampa: il titolare degli Affari Regionali ha messo in risalto che «se va avanti così rischiamo di non poter aprire i confini tra regioni». L’esponente del Partito Democratico ha spiegato che non è possibile vanificare gli sforzi fatti negli ultimi due mesi – a partire dal lockdown per l’emergenza sanitaria – una decisione verrà presa a fine settimana, il Governo trarrà le sue conclusione in base al numero dei casi positivi. Boccia ha sottolineato: «Per lo ‘sblocco’ della mobilità tra regioni, faremo le nostre valutazioni: non è detto, ma potrebbe diventare inevitabile prendere tutto il tempo che serve».

SPOSTAMENTO TRA REGIONI DAL 3 GIUGNO, BOCCIA LANCIA L’ALLARME

Francesco Boccia ha ammesso di aver messo in preventivo che la gente uscisse dopo due mesi di lockdown, ma «cosa ben diversa sono gli assembramenti di alcune movide». Il Governo non è sorpreso da quanto accaduto nel weekend, ha rimarcato il dem: «Ma se è comprensibile e umano, dopo due mesi, uscire di casa, non dobbiamo dimenticare che siamo ancora dentro il Covid-19 e dunque chi alimenta una movida sta tradendo i sacrifici fatti da di milioni di italiani».

Il primo a commentare la situazione è stato il governatore dell’Emilia Romagna, Stefano Bonaccini, ai microfoni di Agorà: «Per prendere una decisione si dovrà fare i conti con l’andamento della curva dei contagi con gli indici che vengono prodotti ogni giorno, studiati e riferiti da Roma. Io auspico che il 3 giugno si possa riaprire tutti quanti: ciò significherebbe che la situazione è sotto controllo, senza situazioni complicate. Ma non sono un veggente e dunque non so cosa accadrà dal 3 giugno in poi».