Spotify ha dichiarato guerra all’IA, l’Intelligenza artificiale. Nelle ultime settimane sono proliferati sul web, a cominciare da Youtube, numerosi brani realizzati appunti dalle “macchine”, e uno dei casi più noti è quello degli Oasis. Peccato però che a Spotify tale situazione non vada a genio di conseguenza negli ultimi mesi ha eliminato un sacco di musica generata appunto dall’IA. Stando a quanto riferito dal Financial Times, il 7 per cento delle canzoni create dalla startup musicale Al Boomy sarebbe stato rimosso, per un totale di decine di migliaia di brani. Spotify starebbe inoltre aumentando i controlli alla luce appunto di questa situazione.



Il problema è sorto non tanto perchè la piattaforma di streaming “sia in guerra” con l’intelligenza artificiale ma semplicemente perchè sembra che l’azienda abbia iniziato a ricevere numerose lamentele per frodi e disordini vari. Universal Music Group (UMG), ad esempio, ha avvisato i provider di servizi streaming di “attività di streaming sospette” sui brani di Boomy, sempre stando al FT. Le canzoni sono state rimosse per il sospetto “streaming artificiale” di bot che si spacciavano invece per utenti, e Spotify ha commentato così: “Lo streaming artificiale è un problema di lunga data, diffuso in tutto il settore, e Spotify sta operando per eliminarlo in tutto il nostro servizio”.



SPOTIFY, GUERRA ALL’AI: ANCHE UNIVERSAL SI UNISCE

La replica dei rappresentanti di Bloomy non si è fatta attendere, dichiarando come la piattaforma in questione sia “categoricamente contraria” a qualsiasi manipolazione o streaming artificiale di qualsiasi tipo. Lucian Grainge, amministratore delegato di Universal Music Group, ha aiunto: “Il recente ed esponenziale sviluppo dell’IA generativa, se non controllato, aumenterà il flusso di contenuti indesiderati sulle piattaforme e creerà problemi di diritti in relazione alla legge sul copyright esistente”.

Se da una parte Spotify e Universal hanno dichiarato guerra all’AI, ci sono artisti che invece stanno tendendo la mano alla stessa, come ad esempio Grimes che ha permesso ai creator di utilizzare la propria voce per realizzare musica prodotta appunto artificialmente a patto comunque che le royalties vengano divise.