Benché la giornata di oggi abbia visto un’apertura leggermente inferiore alla chiusura della giornata precedente, dove lo spread BTP Bund aveva raggiunto quota 204,14, la giornata è stata peggiore delle attese.

Spread Btp Bund: nuovi massimi

Già ieri avevamo detto infatti che si allargava la forbice delle oscillazioni e lo spread, che aveva vissuto delle giornate di tregua scendendo sotto la quota di 200 punti e stabilizzandosi 692, ha aperto la giornata a 203,31 per poi peggiorare irrimediabilmente. Il minimo giornaliero di oggi è stato di 202,26 punti, ma il massimo supera addirittura quello annuale del 23 maggio scorso di 208,59. Con 213,6 punti base, il massimo giornaliero di oggi si configura come il massimo storico annuale.



Spread Btp Bund: la questione internazionale

La questione dell’embargo del petrolio non fa bene all’Europa e sicuramente mette a rischio anche i conti pubblici italiani, ben che l’Italia sia un paese che è in grado di sostituire il 10% di rifornimenti di petrolio con il greggio offerto da altri fornitori. È già accaduto nella nostra storia, ma l’incremento del differenziale tra i BTP italiani è il Bund tedesco è sicuramente dovuto ad altre cause: pesa il conflitto internazionale, la crisi del grano e la questione relativa alle forniture di gas. Pesa l’inflazione crescente, il caro carburante, il caro energia: viene analizzata la capacità di liquidità del sistema Italia che attualmente non è in grado nemmeno di affrontare la riforma pensioni 2022, dopo il diktat di Bruxelles che non riesce a concepire come il bel Paese abbia una spesa previdenziale così elevata.



Spread Btp Bund: performance periodiche

Nonostante Mario Draghi sia l’uomo di punta del sistema finanziario, colui che la Goldman Sachs vorrebbe al governo fino al 2028, chiamato ad attuare le riforme necessarie alla ricezione del Recovery fund, lo spread non si riesce a fermare.

Oggi l’incremento è stato di 4,37% contro l’aumento del 7,67% nella giornata di ieri. Lo spread oggi si è chiuso a 213,06 punti base.
Il minimo annuale resta a 128,6, quello giornaliero è fermo a 202,26.

Peggiora dunque irrimediabilmente anche la performance settimanale con un incremento del 10,83%, quella mensile è invece di poco superiore al 13,17%. Preoccupano le performance semestrali e annuali, rispettivamente registrano un incremento del 57,50% e del 108,72%.