Sceso sotto i 194 punti dopo le parole del premier Mario Draghi al Senato, lo spread è tornato a salire dopo l’intervento della Lega a Palazzo Madama. Come evidenziato dall’Ansa, lo spread Btp-Bund si allarga sopra quota 210 punti base dopo le parole del capogruppo leghista al Senato, Massimiliano Romeo, che ha chiesto una nuova maggioranza senza M5s e, se serve, un nuovo governo. Questa richiesta di discontinuità al presidente del Consiglio Draghi ha alimentato, dunque, tra gli investitori i timori sulla tenuta del governo.



Quindi, lo spread è salito di 6 punti base rispetto alla chiusura di ieri e di 17 rispetto invece al minimo di 193 toccato in mattinata, dopo che l’ex presidente della Bce aveva aperto alla ricostituzione della coalizione di governo. Il rendimento dei nostri decennali resta invariato al 3,31 per cento. Dunque, il differenziale di rendimento tra i titoli italiani e tedeschi risente dell’incertezza che circonda il governo. Nel frattempo, scivola pure Piazza Affari per i timori sull’esito della crisi di governo.



SPREAD E CRISI DI GOVERNO: AUMENTANO LE PRESSIONI…

La giornata più delicata del governo Draghi si riflette anche sui mercati. Si è aperta con Piazza Affari in rialzo dello 0,35% a quota 21.770 punti. Ma nel corso della giornata il mercato rispecchia le tensioni del Senato. Nei minuti della nota congiunta del centrodestra, che sbarra la strada ad un governo con M5s, e in quelli della richiesta della Lega di un nuovo esecutivo appunto senza i grillini o il voto, la perdita a Piazza Affari si è fatta più profonda (-1,74%) e la tensione è salita di pari passo con lo spread Btp/Bund che si è attestato a 206.



Peraltro, non arrivano segnali rassicuranti da Fitch e Moody’s, secondo cui le sorti dell’Italia sono strettamente legate a quelle del governo Draghi. Le due maggiori agenzie di rating concordano sul fatto che senza l’ex presidente della Bce a Palazzo Chigi la strada per le riforme e il risanamento del bilancio sarà in salita. Inoltre, sarebbero a rischio le riforme legate al Piano di ripresa e resilienza (Pnrr), fondamentali per ottenere i fondi dall’Ue. Per Moody’s, riporta Milano Finanza, «i recenti eventi sono negativi sul credito e aumentano il rischio di elezioni anticipate prima della data prevista per la primavera 2023».