Premessa. La specificità metodologica del gruppo di scenaristica economica dello scrivente è di dare molto peso al “governo della profezia”. Il motivo è un’importazione adattata della “Teoria del campo” in psicologia nell’analisi economica: i comportamenti del presente sono influenzati dalla percezione del futuro. Da un lato, negli studi economici l’attenzione sulle “attese” è un tema ovvio. Dall’altro, il governo delle attese è molto complesso, in particolare la creazione della fiducia. Va ricordato che il “capitale” è un oggetto dinamico e non statico perché definisce un valore – traducibile in moneta – condizionato dal suo incremento futuro.



Sul piano del pensiero sistemico chi scrive ha formulato da decenni la seguente linea di ricerca: più creo o difendo la fiducia nel futuro e più da questo posso estrarre ricchezza impiegabile nel presente (feedforward capital). Per inciso, anni fa lo scrivente e il Prof. Savona ragionarono a lungo sul rapporto tra “stabilità” e “fiducia” (nel futuro) convergendo sull’idea – diversa dal pensiero monetario di scuola tedesca – che non erano la stessa cosa e che più si caricava un sistema economico di fiducia e meglio si poteva gestire una crisi temporanea di stabilità. Da questi pensieri, poi, il Prof. Savona avviò ricerche sui “safe asset” come ancore “concrete” per la fiducia finanziaria. Chi scrive privilegiò il “governo della profezia”, i due temi di studio complementari.



Contingenze. Sono state ben espresse da una frase del ministro dell’Economia Giorgetti: temo più il mercato che l’Ue. Faceva riferimento a una Legge di bilancio appesantita da extracosti emersi di recente (portatori di deficit incrementale) combinati con l’aumento di quelli di servizio del debito dovuto ai tassi elevati e con una tendenza stagnante del Pil 2024 peggiorata da una previsione di persistenza di inflazione non ancora domata. Tale timore è fondato: per esempio lo spread sta aumentando.

Il gruppo di ricerca sta valutando il periodo di difficoltà dell’Italia basato sulla possibile opinione negativa da parte del mercato finanziario e degli investitori: l’ipotesi iniziale del periodo più critico va da ottobre 2023 al febbraio 2025. Dopo queste date c’è il tema se l’Italia rientrerà in una traiettoria di lento declino o riuscirà a invertirlo. La probabilità maggiore, pur non di tanto, è che riuscirà a invertirlo grazie a una proiezione geopolitica esterna con conseguenze sulla crescita interna e a un aggiustamento del modello economico nazionale reso possibile da un Governo che ha 4 anni davanti a sé per mancanza di competitori interni. Come costruire la fiducia del mercato internazionale sull’Italia nel 2024?



Al momento l’idea qui sottoposta al Governo è quella di aprire le proprie carte e intenti agli attori finanziari rilevanti, permettendo loro di farsi un’idea più precisa, direttamente e non mediata, delle prospettive. La scommessa è che così vedranno un sistema Italia più forte di quello che oggi appare.

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