Non possono non destare preoccupazioni le ultime fibrillazioni dei mercati, con lo spread che ha sfiorato quota 290 punti dopo le parole di Matteo Salvini sul decifit del 3% da sforare. Sull’intenzione del leghista di andare oltre i parametri Ue su deficit/Pil e debito/Pil ha preso posizione Giovanni Tria. Il ministro dell’Economia, come riportato da La Repubblica, prima di entrare all’Eurogruppo di Bruxelles ha dichiarato:”C’è un Def approvato da Governo e Parlamento” e “il Parlamento ha fatto anche una risoluzione dove chiede di non aumentare l’Iva, ma tutto nel rispetto degli obiettivi di finanza pubblica del Def. Quindi il Governo sta lavorando per attuare quello che c’è scritto nel Def”. Tria si è riferito proprio a Matteo Salvini nel ricordare che questa impostazione è stata “approvata” dallo stesso Salvini, che “era presente al Consiglio dei ministri” che ha licenziato il Def. (agg. di Dario D’Angelo)



BOCCIA SUI RISCHI DELLO SPREAD

La Borsa ha aperto male stamane a Piazza Affari e lo spread è schizzato ancora oltre quota 290, salvo poi riscendere su cifre ugualmente “allarmanti” ma tra i 280 e i 284 (alle ore 11 l’indice Btp/Bund è fermo a 282). In attesa del pre-Consiglio dei Ministri sul tema sicurezza, i mercati guardano con allerta al possibile effetto Salvini – dopo le dichiarazioni sul deficit – e al parallelo “spegni-fiamme” di Tria e Conte per provare a ridurre gli allarmi. Nel frattempo, intervenendo ad un incontro all’Unione degli Industriali di Napoli, ha parlato il Presidente di Confindustria Vincenzo Boccia e avverte sui rischi dell’aumento spread: «Lo spread può essere un grande spauracchio perché le nostre imprese vivono anche di indebitamento finanziario con le banche, le famiglie con i mutui per la casa, il Paese con il debito pubblico. Ogni volta che aumenta lo spread aumenta il costo del denaro e quindi più aumenta il divario con gli altri Paesi più si riduce la nostra competitività». (agg. di Niccolò Magnani)



TRIA, “SU SPREAD NERVOSISMO INGIUSTIFICATO”

Spread oltre quota 290 punti, Matteo Salvini nel mirino. Sul tema è intervenuto il ministro dell’Economia Giovanni Tria: «Il nervosismo dei mercati che si legge nelle oscillazioni dello spread è ingiustificato ma comprensibile alla vigilia di queste importanti elezioni europee». Il titolare del dicastero delle Finanze ha poi evidenziato: «Gli obiettivi di finanza pubblica dell’esecutivo sono quelli proposti dal governo stesso, approvati dal Parlamento con il Documento di economia e finanza». E Matteo Salvini è tornato sul tema, come riporta Repubblica: «Ho due figli, non mi interessa guadagnare consenso alle elezioni europee per poi lasciare una landa desolata a me interessa ambire a un tasso di disoccupazione che non sia del 10,2%. Spread? Non sono assolutamente preoccupato: prima viene il diritto al lavoro, alla vita e alla salute degli italiani». (Aggiornamento di Massimo Balsamo)



ALLARME SPREAD BTP/BUND

Allarme spread Btp/Bund, che sfiora quota 290: nelle ultime ore c’è stata un’impennata che lo porta ai massimi da tre mesi a questa parte, con il rendimento dei titoli italiani che ha raggiunto il 2,8 per cento. Piazza Affari, -1,3 per cento, è la peggiore in Europa: pesano come un macigno le parole di Matteo Salvini, secondo cui il Governo è pronto a superare il tetto del 3 per cento nel rapporto deficit/Pil. La conferma arriva da due report di Unicredit e di Mps, con il rialzo di questa mattina legato all’intervista del segretario federale della Lega al Corriere della Sera: «Tra il dire ‘me ne frego’ dei vincoli e il dire ‘non faccio niente’, perché questa è l’alternativa, io sceglierò di fregarmene. E se vinceremo, la prima direttiva da cambiare sarà quella sulle banche». Le polemiche tra i due partiti di maggioranza, dunque, al centro della bufera…

SPREAD SFIORA QUOTA 290 PUNTI, IRA OPPOSIZIONI

Forza Italia e Partito Democratico si sono scagliati contro l’esecutivo gialloverde, fiume di attacchi nelle ultime ore. Ecco le parole del capogruppo dem al Senato Andrea Marcucci: «Lo spread stamani sfiora quota 290 ma non disturbiamo Salvini e Di Maio che, poverini, devono affrontare la campagna elettorale. L’Italia va a picco ma il governo deve scontrarsi sui grembiulini, la canapa, il contratto di Fazio». Critica la forzista Anna Maria Bernini: «Ai due vicepremier non basta più sfidarsi ogni giorno destabilizzando Governo e Paese. Il bilancio dello Stato non è un bancomat elettorale. Lo spread aumenta, e ancora non ci hanno detto come faranno in autunno a non alzare l’Iva. Avanti così». Infine, le parole di Mariastella Gelmini: «Lo spread sta sfiorando 290 punti base. Il 2 maggio era a 252. Questo significa che liti condominiali degli inquilini di Palazzo Chigi potrebbero costare agli italiani circa 1,3 mld di euro in spesa di interessi in più all’anno. Soldi tolti a investimenti e welfare. Complimenti!». (Aggiornamento di Massimo Balsamo)