Borse europee in rialzo e ancora effetto-Draghi sullo spread, sceso sotto quota 100 punti base. Oggi il differenziale Btp-Bund si è portato sotto quota 95, segnando nel primo pomeriggio 93,6 per un rendimento pari allo 0,51%. Un calo che potrebbe proseguire ancora a lungo: secondo Carlo Messina, consigliere delegato e Ceo di Intesa Sanpaolo, un governo guidato dall’ex presidente Bce potrebbe portare il differenziale a 50-60 punti. Ne ha parlato in un’intervista rilasciata a Bloomberg. Da quando il presidente della Repubblica ha conferito l’incarico a Mario Draghi, il calo dei rendimenti ha fruttato un miliardo di risparmio sul debito.
I mercati internazionali stanno, dunque, dimostrando grande fiducia nell’ex presidente della Bce, nonostante il governo non si sia ancora formato. Anche oggi lo spread Btp-Bund è ai minimi dai sei anni, mentre i rendimenti sul titolo decennale è inchiodato allo 0,5%. Questo vuol dire che per l’Italia è più conveniente chiedere soldi ai mercati che in prestito dal Mes.
SPREAD SOTTO 95: RISPARMIO POTENZIALE DI 1 MILIARDO
Se le previsioni di Carlo Messina trovassero riscontro nella realtà, e quindi lo spread scendesse davvero a 50-60 punti, allora l’Italia potrebbe risparmiare decine di milioni di euro per quanto riguarda il costo del proprio debito pubblico. Lo spiega Formiche.net: da martedì 2 febbraio, giorno in cui è emerso il nome di Mario Draghi a capo di un nuovo governo, il calo dei rendimenti del Btp si è tradotto in un risparmio teorico di quasi un miliardo per le casse statali. Confrontandolo col rendimento della prima metà di gennaio, il risparmio annuale è di 100 milioni di euro. «A nostro avviso gli sviluppi politici ora hanno la possibilità di essere significativamente positivi per l’Italia», fanno sapere gli strategist di Barclays che, come riportato da Milano Finanza, anche se i titoli di Stato italiani hanno sovraperformato la settimana scorsa sulla notizia di Mario Draghi, ci sono ancora margini per altri risultati positivi. Infatti, Barclays consiglia agli investitori di mantenere una posizione sui titoli di Stato italiani a 10 anni rispetto a quelli di pari scadenza della Spagna.