Giovanni Bruno, il 29 settembre sarà la Giornata internazionale della Consapevolezza sugli Sprechi e le Perdite Alimentari: che cosa rappresenta per Banco Alimentare? Quali sono gli obiettivi che Banco Alimentare si pone sul tema dello spreco?

Per noi ogni giorno è la giornata della consapevolezza sugli sprechi e le perdite alimentari, dal 1989. Ogni giorno, infatti, intercettiamo cibo ancora buono e lo recuperiamo impedendo che diventi rifiuto, e lo distribuiamo ad organizzazioni partner territoriali che lo trasformano in aiuto alimentare per persone e famiglie in difficoltà.



L’obiettivo nostro principale è aiutare chi è nel bisogno attraverso la riduzione al minimo degli sprechi alimentari, obiettivo che nasce da una educazione e da una concezione: tutto ciò che abbiamo non lo possediamo ma che ci è dato, donato: non siamo padroni di nulla, ma custodi, per questo dobbiamo averne cura, secondo quel principio di Ecologia Integrale indicato da Papa Francesco. Ci prendiamo cura delle persone e cura del Creato, verso cui occorre esercitare una responsabilità frutto di una posizione umana che riguarda in generale tutta la nostra vita: dobbiamo avere cura dei talenti ricevuti, delle risorse materiali come il cibo, dei rapporti umani, delle persone.



Hai parlato di responsabilità ma cosa vuol dire in concreto rispetto al recupero delle eccedenze? Puoi spiegarci meglio il concetto di responsabilità?

La responsabilità verso il recupero delle eccedenze ha una valenza doppia: la prima è personale, la seconda è anche organizzativa e aziendale.

La prima, quella personale, chiama in causa i comportamenti dei singoli nella loro relazione con le risorse. La seconda chiama in causa gli attori economici, le aziende, il mondo della produzione e della distribuzione. È una responsabilità sollecitata anche dagli obiettivi dell’Agenda 2030 per uno sviluppo sostenibile, a cui tutti siamo chiamati a contribuire.



È importante che la responsabilità organizzativa e aziendale sia strutturata. I risultati dell’Indagine sulle eccedenze e sullo spreco in alcuni segmenti della filiera agroalimentare, realizzata dal Food Sustainability Lab della School of Management del Politecnico di Milano, con un contributo a cura di Fondazione per la Sussidiarietà, indicano infatti che quanto più le aziende identificano una figura responsabile dei processi di monitoraggio delle eccedenze, tanto più lo spreco si riduce e aumentano le donazioni a scopo sociale insieme a iniziative diverse di riuso e ad altre buone prassi di economica circolare.

E nelle nostre case possiamo fare? C’è un tema di responsabilità anche qui?

Certamente! Nelle nostre case gli sprechi possono essere evitati mettendo in campo comportamenti virtuosi e anche semplici a partire da una maggiore cura negli acquisti, da come conserviamo il cibo, dall’attenzione alle etichette e alle scadenze. Una cosa l’indicazione “scade il”, da rispettare; cosa diversa quella di “preferibilmente entro” una certa data, dopo la quale il prodotto si può ancora mangiare senza rischi per la salute. Da parte nostra siamo da sempre impegnati nella diffusione di una cultura contro lo spreco, a partire dall’ambito domestico, attraverso azioni mirate di comunicazione, per esempio, sul riutilizzo degli alimenti con ricette anti-spreco e sulla corretta informazione sulle scadenze in etichetta. Quello che facciamo a favore di coloro che sono in difficoltà attraverso il nostro impegno di recupero, è già di per sé occasione per accrescere in noi e in tutti la consapevolezza del valore del cibo, del dono e della condivisione.