FISSATI I NUOVI OBIETTIVI UE CONTRO LO SPRECO ALIMENTARE

Negli scorsi giorni la Commissione Europea ha presentato un pacchetto di misure volte a ridurre significativamente lo spreco alimentare in tutta Europa: come riportano gli ultimi dati Eurostat, ogni anno infatti in Ue circa 59 milioni di tonnellate di cibo (ovvero 13 kg per abitanti) divengono rifiuto per una perdita economica complessiva stimata in addirittura 132 miliardi di euro. Davanti ai numeri così preoccupanti e in un’epoca dove il tema del cibo e della povertà sono tutt’altro che marginali anche in Europa, l’impegno dell’Ue arriva ad aggiornare e fissare nuovi obiettivi vincolanti per tutti i Paesi membri.



Entro il 2030 la Commissione Ue intende imporre ai 27 la riduzione del 30% dello spreco alimentare comunitario, tagliando soprattutto da ristoranti, mense e consumi privati: fissato anche il taglio del 10% dello spreco dall’industria alimentare. Sempre secondo i dati Eurostat, emerge che come il 53% dello spreco alimentare attualmente proviene da famiglie/privati (53%), seguito dal settore di trasformazione e manifatturiero (20%).



SPRECO ALIMENTARE, LA SOLUZIONE UE E GLI IMPEGNI GIÀ ESISTENTI

Stando a quanto sostiene la Commissione Ue nel fissare i nuovi obiettivi contro lo spreco alimentare entro il 2030, l’impatto avrò un positivo sviluppo per le finanze delle famiglie: «una famiglia media composta da quattro persone risparmierebbe circa 400 euro all’anno grazie a una riduzione degli sprechi alimentari». La “soluzione” Ue prevede una revisione degli obiettivi vincolanti entro il 2027 per poter valutare la possibilità di modificare/accelerare i progressi dopo che sia l’Ue che gli Stati membri hanno già sottoscritto l’obiettivo di sviluppo sostenibile dell’ONU di dimezzare lo spreco del cibo entro il 2030.



«Sprechi di questa portata, quando 30 milioni di europei possono consumare solo un pasto di qualità a giorni alterni e la fame si intensifica nel mondo, è semplicemente inaccettabile», commenta il vicepresidente della Commissione Ue, Frans Timmermans, impegnato nel vasto pacchetto Green Deal Ue per l’impegno sull’emergenza climatica. Il testo sarà discusso dal Consiglio Ue e dal Parlamento Ue: mira a ridurre l’uso non necessario di acqua, fertilizzanti ed energia per «produrre, trasformare e conservare questi alimenti che finiscono nella spazzatura». Per raggiungere tali obiettivi vincolanti, chiosa la Commissione, gli Stati «potranno utilizzare i programmi di prevenzione dei rifiuti di loro scelta, adattati ai loro sistemi agroalimentari e ai loro tipi di cucina».

IL COMMENTO DI BANCO ALIMENTARE SUGLI OBIETTIVI UE

«Lo spreco alimentare rappresenta un’enorme sfida per l’intera filiera, che affrontiamo da 34 anni, ogni giorno»: ha commentato così Giovanni Bruno, Presidente Fondazione Banco Alimentare Onlus. «Apprezziamo gli sforzi e gli obiettivi inseriti nella proposta della Commissione, che devono essere supportati da indagini a fondo sul fenomeno e su dati solidi e affidabili», aggiunge il responsabile della rete italiana che da anni si occupa ogni giorno al duplice impegno di contrasto allo spreco e aiuto ai più bisognosi.

«Accogliamo con favore soprattuto che la lotta alla spreco alimentare abbia come obiettivo primario il sostegno alimentare di persone in stato di fragilità e che nell’operatività debbano essere coinvolti tutti gli attori pertinenti, compreso il Terzo Settore», sottolinea Bruno. Da sempre il Banco Alimentare lavora per ridurre lo spreco di cibo: «Nel 2022 abbiamo recuperato quasi 44.000 tonnellate di alimenti che attraverso 7.600 strutture caritative hanno raggiunto le tavole di un milione e mezzo di persone in povertà. Per questa ragione accogliamo con favore questa proposta, che studieremo con attenzione e ci mettiamo al servizio delle istituzioni UE, anche attraverso la Federazione Europea dei Banchi Alimentari».