I consumatori hanno le idee chiare: aziende e supermercati possono giocare un ruolo di primo piano nella lotta alla riduzione degli sprechi alimentari. A dirlo è un sondaggio condotto in Germania, Francia, Russia, Cina e Italia dalla società di fidelizzazione internazionale TCC e dal marchio di salute e benessere Nutrifresh.



I numeri rilevati dalla ricerca parlano chiaro: l’87% degli intervistati afferma di essere ben disposto verso i negozi al dettaglio e i brand che forniscono più idee e prodotti in grado di aiutare a utilizzare gli avanzi in modo più efficace. Il 90% del campione ritiene che i supermercati possano aiutare le persone a fare scelte sostenibili ogni giorno. E per l’89% anche i marchi possono fare lo stesso. Il 78% va poi oltre, scegliendo attivamente prodotti ecologici quando si trova davanti agli scaffali del supermercato.



La ricerca mette anche in luce come l’attenzione alla sostenibilità rappresenti un tassello importante nella costruzione della fedeltà alla marca. “Se i rivenditori dimostrano di essere impegnati ad aiutare i consumatori nella difesa di cause per loro importanti – dice Nicolas Garrelly, Responsabile della sostenibilità presso TCC – possono creare una lealtà duratura e allo stesso tempo un bene sociale diffuso”.

Va detto però che la strada da percorrere pare ancora lunga: la maggior parte degli intervistati, ben il 69%, ritiene infatti insoddisfacenti gli sforzi fatti da marchi e rivenditori per affrontare il problema dello spreco alimentare.



Differenze regionali

La fotografia scattata dal sondaggio non è però sempre sovrapponibile in tutti i Paesi presi in esame. In Cina, per esempio, la sostenibilità sembra avere grande eco: il 91% dei consumatori compie infatti i propri acquisti in base alla compatibilità ambientale dei prodotti e la stessa percentuale di popolazione crede ai supermercati quando si dichiarano impegnati sul fronte ecologico. E ancora il 63% dei consumatori del Paese asiatico ritiene che l’impegno di brand e insegne sia sufficiente. Gli acquirenti francesi sono invece più scettici: un terzo di loro dichiara di non avere fiducia nelle insegne distributive. I tedeschi poi risultano meno coinvolti dal tema green: il 28% afferma infatti di non tenere conto della sostenibilità durante la spesa.

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