Luca Falasconi, docente di Politica agraria dell’Università di Bologna, è stato ospite di Uno Mattina in occasione della giornata contro lo spreco alimentare, e si è parlato ovviamente del cibo buttato dagli italiani: “Perchè continuiamo a sprecare cibo a tavola? Perchè ancora non abbiamo fatto nostre quelle che sono le buone abitudini alimentari – ha raccontato – il cibo non costa così tanto anche se è un po’ impopolare dirlo in questo momento ma non riusciamo ad organizzare bene le nostre attività domestiche legate ai pasti e quindi ogni anno gettiamo via circa 27 kg di cibo pro capite, che detto così potrebbero sembrare pochi ma se poi lo facciamo esplodere per tutti i cittadini italiani diventa una cifra enorme”.



Nel 2023 si calcola che gli italiani butteranno via 6.5 miliardi di euro di cibo, una cifra in ribasso rispetto agli ultimi anni ma comunque ancora troppo importante. “Quando si butta via il cibo – ha ripreso la parola Luca Falasconi – non si butta via solo il cibo ma anche tutte le risorse che sono state impiegate per portarlo a casa nostra. Anche in merito alle emissioni che quel cibo ha causato possiamo dire che lo spreco di cibo è il terzo emettitore ambientale dopo Stati Uniti e Cina, quindi un immane spreco di risorse”.



SPRECO CIBO, IL PROF FALASCONI: “DOBBIAMO TARARE MEGLIO CIO’ CHE E’ NECESSARIO PREPARARE”

Per quanto riguarda i cavilli burocratici: “Riuscire a tarare un po’ meglio ciò che è necessario preparare è fondamentale ma da svariati anni è possibile recuperare tutto il cibo non servito, non è semplicissimo ma basta organizzarsi e si può recuperare ad esempio tutto ciò che non viene servito e preparato nelle mense di Verona”.

“Il 40% di cibo buttato fra quello acquistato? E’ uno scempio – ha concluso Falasconi – il 50% dello spreco in Italia è generato a livello domestico e per questo abbiamo lanciato un’app nei giorni scorsi che si chiama Sprecometro che permette di darci consigli e dritte per ridurre lo spreco”.