Il vaccino Sputnik V produce anticorpi neutralizzanti nel sangue nel 100% delle persone vaccinate: la conferma è giunta da uno studio condotto in Argentina e i suoi risultati, rivela la testata giornalistica “Huffington Post”, sono stati presentati ieri in occasione del meeting tecnico-scientifico “tra le direzioni e i ricercatori dell’Inmi Spallanzani Irccs di Roma con il Centro nazionale di ricerca epidemiologica e microbiologica Nicolaj Gamaleya e del Fondo Russo di Investimento”.



In particolare, spiegano dall’Inmi, “sono state avanzate ipotesi di collaborazione scientifica che prevedono la condivisione di dati, materiali biologici e tecnologie tra i due Istituti. Il Fondo Russo di Investimento ha comunicato l’avvenuto trasferimento delle tecnologie in una serie dei Paesi fuori dalla Federazione Russa (tra cui India, Cina, Corea del Sud e Brasile) e la disponibilità a seguire un percorso simile anche in Italia”. È altresì emersa con prepotenza “la necessità di instaurare rapporti stabili di collaborazione scientifica, finalizzati allo sviluppo e alla valutazione clinica di nuove strategie vaccinali e terapeutiche. Si provvederà a breve a stilare un protocollo d’intesa tra i due istituti”. (aggiornamento di Alessandro Nidi)



SPUTNIK, L’EUROPA SI CONVINCE DELLA BONTÀ DEL VACCINO?

Il vaccino russo Sputnik V continua a essere un argomento chiacchierato nel Vecchio Continente, sul quale si registrano quotidianamente posizioni antitetiche da parte degli esperti, molti dei quali si dicono concordi sulla bontà del siero, ma ravvisano la scarsità di dati statistici sulla sua efficacia e sulle possibili controindicazioni. Fra chi si è espresso in tal senso, vi è anche un componente del Cts, il dottor Luca Richeldi (pneumologo), il quale ha affermato che acquistare forniture di Sputnik senza avere evidenza scientifiche certe e incontrovertibili rappresenterebbe un salto nel buio.



Intanto, però, l’Europa intera si deve confrontare quotidianamente con l’incubo pandemico, che non accenna minimamente a scemare e impensierisce giorno dopo giorno ogni singola nazione. Anche in Italia la situazione si sta aggravando, con l’indice Rt medio che, per la prima volta dopo sette settimane, ha superato quota 1, attestandosi a 1,06. Ecco perché la campagna vaccinale deve essere potenziata al più presto e il vertice tenutosi in data odierna tra il generale Francesco Paolo Figliuolo, commissario straordinario per l’emergenza Covid-19 in Italia, e le Regioni deve essere interpretato proprio in quest’ottica.

VACCINO SPUTNIK, L’OFFERTA RUSSA CHE AVVILISCE L’EUROPA

Attorno al vaccino Sputnik V, peraltro, sono state effettuate molteplici elucubrazioni fini a se stesse, legate a dinamiche di natura marcatamente geo-politica. I rapporti con la Russia, si sa, non sono idilliaci e sedersi attorno a un tavolo (opportunamente distanziati, beninteso) insieme ai suoi vertici nazionali è uno scenario che l’Unione Europea ha tentato più volte di rifuggire. Ora che l’emergenza si fa nuovamente seria, però, qualcosa potrebbe mutare: l’Ema, Agenzia Europea del Farmaco, ha ufficialmente comunicato attraverso un tweet di avere avviato l’iter di revisione del siero elaborato nei laboratori russi, con l’intento di verificarne l’eventuale conformità a quelli che sono gli standard del Vecchio Continente relativamente a qualità, efficienza e sicurezza. Il problema vero, però, è che se anche il parere finale dovesse essere positivo, a quel punto potrebbe essere davvero troppo tardi: sono numerosissime le richieste che fioccano da ogni angolo del globo alla Russia e l’Europa dovrà attendere il proprio turno. Secondo quanto evidenziato in queste ore dal quotidiano “Libero”, la Russia avrebbe offerto 50 milioni di dosi di Sputnik all’Ue, che arriverebbero non prima di giugno e soddisferebbero i bisogni di un quinto della popolazione in attesa di vaccinazione. Urge accelerare le verifiche…