Come abbiamo già scritto in un precedente articolo, la riunione svoltasi lo scorso luglio a Bruxelles tra Ue e Organizzazione degli Stati latinoamericani Celac aveva raggiunto degli accordi roboanti solo dal punto di vista mediatico, ma, secondo noi, nella pratica si è trattato di intese che, con molte probabilità, saranno solo teoriche e potranno raggiungere la realtà tra parecchio tempo.



E per non smentirci ecco che in questi giorni esplode, come una bomba a cielo aperto, l’esistenza di un documento-accordo tra la Commissione europea (braccio esecutivo dell’Ue), risalente a quattro anni fa, che però viene mantenuto segreto nel suo testo, che rivela un blocco totale delle importazioni commerciali dal Mercosur se verrà portata avanti la deforestazione non solo dell’Amazzonia, ma dell’intero patrimonio forestale latinoamericano.



Da decenni questa pratica viene portata avanti in Sudamerica non solo per esigenze minerarie, ma anche per la creazione di vasti territori adibiti sia al pascolo che alla coltivazione, sottraendo però quella che è la fonte di vita di popolazioni indigene, ma, nello stesso tempo, aumentando le produzioni agricole che spesso sono la più importante fonte di esportazione per molti Paesi. Esclusa l’Argentina, che dispone di un vastissimo territorio pianeggiante (come d’altronde pure il piccolo Uruguay), le altre nazioni hanno viceversa bisogno di ciò per aumentare la loro produzione.



Vari tentativi operati da Ong internazionali, per entrare in possesso del documento in questione, non sono servite a nulla e anche una manovra dalla Mediatrice europea, l’Irlandese Emily O’Reilly ha avanzato la stessa proposta perché il segreto è, come da lei dichiarato, difficile da conciliare con la trasparenza tanto decantata nell’Ue.

Nella pratica questo ulteriore accordo consentirebbe all’Ue di bloccare gli altri già raggiunti e che investono un scambio tra la produzione agricola dei Paesi del Mercosur e quella industriale delle nazioni che compongono l’Ue. Però la Commissione Ue giustifica la sua decisione di continuare a mantenere segreto il documento perché il suo testo potrebbe minare in modo compromettente la protezione delle relazioni internazionali.

C’è chi spera che la presidenza semestrale della Spagna possa di fatto sbloccare il veto, ma ci sono vari Paesi europei (Francia, Austria e Germania in primo piano) che spingono invece per un blocco che di fatto salverebbe le proprie esportazioni agricole all’interno dell’Europa. Insomma, la visione “green” che da anni fa parte del DNA europeo ed è anche frutto di decisioni assolutamente negative sul futuro delle nostre economie (vedi auto elettrica ed edifici regolamentati secondo norme severissime che comporterebbero un pesantissimo esborso di capitali da parte di una popolazione già vessata da misure inflazionistiche che ne hanno ridotto il reddito), in questo caso particolare potrebbe avere un’influenza negativa sugli scambi tra due continenti.

Già in passato, e lo abbiamo scritto più volte, ci sono stati casi altrettanto singolari come l’ok dell’Ue all’uso del glifosato, elemento chimico estremamente usato per la protezione delle immense produzioni agricole in Sudamerica e considerato un potente cancerogeno: si scoprì successivamente che la relazione emessa dalla Commissione europea altro non era che il copia incolla di quella fatta circolare dalla Monsanto, produttrice della sostanza.

Ora con la conferma, ma non l’apparizione, del documento sopra citato, si complicano ancor di più le già gravi problematiche commerciali (e non) di un’Unione che di fatto altro non è che finanziaria tra Paesi che poi, per difesa delle proprie economie, partoriscono dei pastrocchi tali che rischiano di portare a una distruzione dell’Unione stessa che, ormai lo abbiamo capito da molto tempo, non è mai stata, dalla sua creazione, quell’Europa Unita sognata da Altiero Spinelli nel suo Manifesto di Ventotene. Lo stiamo vedendo chiarissimamente sul fronte della grave problematica immigratoria, con il viaggio a Lampedusa e le dichiarazioni roboanti della Presidente von der Leyen rilasciate al solo uso mediatico e smentite immediatamente dai vari muri elevati da molte nazioni sull’accoglimento di un flusso assolutamente clandestino.

Ora questa ennesima divisione che pone a rischio accordi già firmati (ma che poi da anni vengono disattesi) mette in marcia una gravissima debacle del Vecchio continente e, di fatto, consegnerà il controllo commerciale dell’America latina a una Cina che, già da due decenni, complice la nostra latitanza, sta operando in quel senso.

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