Con la conferma di Xi Jiping è stata istituita il 23 ottobre la nuova commissione militare centrale del Partito comunista cinese. La sua finalità è naturalmente quella di rafforzare la proiezione di potenza dell’Esercito popolare di liberazione. Da chi è costituita la commissione militare centrale? In primo luogo dal gen. Zhang Youxia, che rimane vicepresidente della nuova commissione. Il generale collaborerà con il suo vicepresidente e cioè con He Weidong, con il quale avrà anche un ruolo di raccordo tra la commissione militare e il Partito comunista.



Al secondo posto troviamo l’ammiraglio Miao Hua, ex comandante dell’Eastern Theatre Command. Il suo compito è quello di salvaguardare gli interessi della Cina su Taiwan e sul Mar cinese orientale.

Al terzo posto troviamo l’ingegnere aerospaziale Li Shangfu, che modernizzerà l’esercito insieme a Zhang Shengmin. Nello specifico Zhang Shengmin dovrà sradicare qualunque fenomeno di corruzione all’interno dell’esercito e potrà svolgere questo incarico anche perché riveste la posizione di vicesegretario della commissione centrale per l’ispezione disciplinare.



Tra i compiti che la nuova commissione militare avrà vi sarà quello di rielaborare un piano articolato in grado di rispondere punto su punto ad ogni reazione di carattere politico, diplomatico e militare di Taiwan. Ma la conferma di Xi Jiping rafforzerà certamente la proiezione di potenza cinese in Argentina. Entriamo nel dettaglio.

Il governatore della Terra del Fuoco e cioè Gustavo Melella intende avvalersi della collaborazione cinese o meglio intende consolidare la sua partnership economica con la Cina e in modo particolare con la HydroChina Corp rappresentata da Shuiping Tu. Quale scopo intende svolgere questo alto funzionario del partito comunista cinese? Creare i presupposti per trasformare la infrastruttura navale di Ushuaia in una base militare.



Ma qual è l’importanza strategica dell’Argentina per la Cina e, in modo particolare, la Terra del Fuoco? Per la Cina potrebbe diventare uno snodo fondamentale per l’Antartide e per l’Atlantico meridionale. Inoltre l’assenza di infrastrutture moderne nella Terra del Fuoco costituirà certamente un motivo di interesse per le industrie cinesi che intendono sul medio-lungo termine fare investimenti considerevoli anche per ridimensionare la presenza americana.

Resta da vedere se il governatore della Terra del Fuoco – consapevole del ruolo che gli Stati Uniti svolgono in questa area – sarà in grado di evitare le reazioni da parte degli Stati Uniti.
Certamente l’attuale governatore è favorevole alla penetrazione cinese, come dimostra il fatto che in qualità di amministratore della Terra Ignis Petróleo y Gas intende accettare investimenti dall’industria cinese HydroCina Corp, che come sappiamo è una filiale della multinazionale cinese Power Construction of China (Pcc).

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