Si avvicina il XX Congresso nazionale del Partito comunista cinese che si terrà il 16 ottobre e si intensifica anche la lotta tra il presidente Xi Jinping e gli alleati del premier Li Keqiang all’interno del comitato permanente del politburo del partito. Li Keqiang ha il sostegno dell’ex capo di Stato, Jiang Zemin, con lo scopo di porre un freno alle ambizioni di Xi. Questo non significa che il terzo mandato dell’attuale presidente sia in discussione, ma semplicemente che le sue scelte sono oggetto di critica all’interno del partito. Una dimostrazione?



La scorsa settimana, i giornali on line Lianhe Zaobao e Lian He Bao, di Singapore e Taiwan, hanno pubblicato un articolo che conferma che Li Keqiang sarà promosso a segretario generale del Pcc, mentre Xi rimarrà presidente statale e presidente della Commissione militare centrale (Cmc) dopo il congresso di ottobre. Chi avrebbe rivelato questi dati così riservati? Pare che siano state figure vicine all’ufficio di Li Keqiang. Nonostante gli articoli siano stati rimossi, le indiscrezioni che hanno fatto trapelare confermano una vera e propria lotta di potere all’interno del comitato permanente del politburo per ridimensionate il potere di Xi Jinping nel Pcc.



Quanto sia delicata la posizione del presidente attuale lo dimostra il fatto che il ministero della pubblica sicurezza ha dato indicazioni precise all’attuale presidente di non intraprendere alcun viaggio e ha suggerito invece di svolgere qualunque discussione di ordine politica direttamente in Cina.

Ma quale sarebbe l’origine di questa lotta di potere? Due sarebbero le ragioni principali: da un lato l’eccessivo potere dell’attuale presidente e dall’altro il fatto che voglia incrementare la repressione anticorruzione che in realtà è finalizzata a indebolire politicamente i suoi avversari. Ma esiste una terza accusa rivolta all’attuale presidente: e cioè la realizzazione di comitati decisionali ad hoc sotto il suo controllo che riescono ad aggirare i vari ministeri svuotandoli delle loro reali funzioni e verticalizzando in modo sempre più autoritario il suo potere.



Grazie alla pressione esercitata sia da Li Keqiang che dai suoi sostenitori è stato possibile nominare un nuovo direttore della lega giovanile comunista cinese. Queste opposizioni all’interno del partito hanno permesso a Li di ricoprire un ruolo di grande importanza negli esecutivi e cioè o come capo del partito o in alternativa come capo del Congresso nazionale del popolo. Dalle informazioni di intelligence pare che l’attuale presidente abbia accettato questo compromesso ma in cambio abbia chiesto di allargare il comitato permanente del politburo con lo scopo di includere più funzionari fedeli alla sua linea politica.

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