Dopo essere entrata nel vivo nelle scorse settimane, anche la corsa per la Presidenza di Confindustria sembra sospesa in una fase di stallo tra eventi e colloqui rimandati a data da destinarsi. Dopo i primi incontri con le territoriali, comunque, i candidati tengono d’occhio il pallottoliere e cercano di approfittarne per sedimentare i consensi già consolidati e seminarne di nuovi tra una call e qualche caffè in privato.



A due settimane dal 9 marzo, quando i Saggi chiuderanno le consultazioni e dovrebbero decidere chi dei candidati accederà alla fase finale della corsa, la torinese Mattioli avrebbe “doppiato” l’acciaiere Pasini in termini di consensi. Mentre Bonomi rimane l’uomo da battere, infatti, si aggirano attorno ai 26 i voti che l’industriale bresciano avrebbe raccolto a oggi, mentre l’imprenditrice orafa sarebbe a quasi 60.



Pasini e Mattioli stanno correndo una sorta di “primaria” in incognito per capire chi tra loro dovrà sfidare il Presidente di Assolombarda, che si deciderà sulla base dei consensi raccolti in queste ore, mentre i Saggi registrano i pareri raccolti durante i loro colloqui privati e in seguito agli incontri nelle diverse territoriali e associazioni di categoria.

Mattioli è forte del sostegno di tutti i voti del Nord-Ovest (Piemonte, Liguria e Val D’Aosta) in Consiglio Generale. Toscana Sud e pezzi di Lombardia, soprattutto gli operatori della moda e sul tessile, le hanno già assicurato il supporto. In Veneto si è mossa bene su Verona, Vicenza e Belluno, e chi è stato a Padova durante i colloqui con la Confindustria regionale ha potuto notare anche diversi abboccamenti con le altre territoriali. In Emilia sarà importante il supporto dell’alimentare e della meccanica, che con Mattioli hanno confronti importanti.



Pasini raccoglie consensi spezzettati, frutto in parte dell’accordo in Emilia-Romagna con quello che doveva essere il quarto candidato, Orsini, poi della sua Brescia, di Padova, del Trentino e del Nord della Toscana. La Piccola è schierata a metà con la Mattioli e a metà con Bonomi, mentre tra i Giovani non si registra alcun consenso per Pasini e invece una incrinatura verso Mattioli laddove fino a pochi giorni fa vigeva solo il diktat bonomiano imposto dal Presidente Alessio Rossi.

Le partecipate dello Stato sono orientate verso la vicepresidente per l’Internazionalizzazione. Il Sud sta decidendo proprio in queste ore il proprio consenso, dopo l’incontro a Napoli di martedì con i tre candidati. Se Bonomi riscuote consensi in Abruzzo e Basilicata, Mattioli dovrebbe aver già conquistato la Puglia e parti di Calabria e Campania, spaccate tra i due sempre più favoriti.