Più passano i giorni, più gli alti lai contro il Mes e la sua presunta messa in discussione della sovranità italiana (quale, oltretutto, quella che fa giudicare i governi dallo spread, forse?) perdono il loro profilo di patetico esercizio di stile per adolescenti petulanti – stile Sardine – per approdare verso i lidi dell’ipocrisia assoluta. L’ho detto e lo ripeto: i tre quarti di chi attacca il Fondo salva-Stati lo fa per tutelare lo status quo che vede gli esecutivi ostaggi delle banche, in nome dell’incestuoso doom loop – o do ut des – fra acquisti di debito e provvedimenti legislativi favorevoli, il famoso occhio di riguardo. Il solito capitalismo straccione, provinciale e di relazione: solo per questo, la riforma del Mes andrebbe firmata a occhi chiusi. E immediatamente. Ma c’è di più. E di più serio, perché un Paese dove un po’ di pioggia fa crollare i viadotti, quando il maltempo ha flagellato mezza Europa senza che giungessero dai tg notizie di piaghe bibliche oltreconfine, non ha diritto di essere preso sul serio.
Guardate questi due grafici: fanno riferimento alla medesima fonte, Bloomberg, alla medesima dinamica – la correlazione fra assets totali a bilancio della Fed e andamento dello Standard&Poor’s 500 – e sono stati pubblicati a una settimana esatta di distanza l’uno dall’altro, il venerdì a tarda sera, dopo la chiusura di Wall Street. Sarà certamente una coincidenza, ma la scorsa settimana, a fronte di un calo nel bilancio generale della Federal Reserve dovuto meramente a ragioni tecniche di fine anno che hanno portato le redemptions obbligatorie a superare gli acquisti, l’indice benchmark di Wall Street ha visto interrotto un rally che durava da sei settimane.
Ripeto, solo un caso. Ma qui i casi cominciano a sommarsi con un po’ troppa frequenza. E voi pensate che in un mondo simile, dove centinaia e centinaia di miliardi di controvalore di investimenti ogni giorno dipendono pressoché unicamente dalla volontà, prima politica che monetaria, delle Banche centrali di intervenire direttamente, ci sia bisogno del Mes e dei soldi di uno Stato indebitato come l’Italia per salvare Deutsche Bank e Commerzbank? O le banche francesi, forse, il cui stato di salute appare più che roseo, stante solo il fatto che Bnp Paribas non più tardi dello scorso luglio ha acquisito il ramo trading sui derivati proprio di Deutsche Bank, accollandosi anche circa 600 dipendenti? Certo, le banche francesi stanno facendo incetta di prodotti potenzialmente rischiosi come le cartolarizzazioni di leveraged loans ma con Christine Lagarde a capo della Bce, pensate davvero che qualcosa possa andare storto? Se sì, il Mes sarà l’ultima delle nostre preoccupazioni, fidatevi. E poi, chi ha permesso alle banche francesi di fare shopping allegro in Italia, prima rastrellando filiali di Intesa SanPaolo e poi di banche territoriali e popolari, magari finanziando in maniera “silenziosa” e camuffata gli aumenti di capitale? Gli stessi patrioti che ora danno vita a crociate contro il Mes, i quali all’epoca forse erano distratti da altro.
Se abbiamo un sistema bancario che annega in Btp e sofferenze, oltretutto con una capitalizzazione pari al libretto di risparmio aperto da Jeff Bezos per il figlio, quando quest’ultimo è nato, mica è colpa della Germania. O sbaglio? È stata Berlino a imporre alle banche venete la pratica dei prestiti “baciati” ai clienti o le obbligazioni subordinate vendute come plain vanilla? È stata Bruxelles a ordinare a Monte dei Paschi di elargire prestiti allegri e senza garanzie ai soliti noti, tramutando il territorio in un feudo? È stato il Lussemburgo a imporre l’acquisizione di Antonveneta a un prezzo che pareva più simile al valore di mercato di JP Morgan che di un banca decotta, di cui Santander e Abn Amro si sono infatti liberati come delle pulci o dei pidocchi? Pensateci, quando applaudite i fustigatori del Mes. E pensate a quei due grafici: contano solo le Banche centrali, ormai.
Il mercato, il tanto odiato liberismo, non esiste più: se la Fed o la Bce comprano, ecco comparire unicorni per tutti. Se smettono, come ha fatto l’Eurotower per pochi mesi a fine 2018 o la Fed per qualche trimestre, viene giù tutto. E qui non si tratta di rilanciare mie teorie o congetture, è la storia recente a farmi da testimone e garante. Coi fatti. Se non lo avete ancora capito, Deutsche Bank la sta salvando – almeno dall’estate scorsa – proprio la Fed, la quale ha aperto i rubinetti della liquidità quotidiana a metà settembre per mantenete in vita il sogno della bad bank e della speranza di uscire dal tunnel, evitando il default. Andate a vedere quale banca estera è la principale beneficiaria della politica sulle riserve in eccesso della Federal Reserve. Andate a chiedere spiegazioni sul fatto che quest’ultima ha addirittura bypassato il Patriot Act e imposto il segreto sui nomi della banche che stanno utilizzando la facility repo e term, almeno per due anni. E il problema sarebbe il Mes? In un mondo così, dove il denaro viene stampato di notte come le banconote di Totò e Peppino, serve il Mes per rubarci i risparmi dai conti correnti e salvare le banche tedesche e francesi? Ma vi rendete conto dell’ontologica idiozia che vi stanno spacciando come scandalo, pur di tutelare il benamato vincolo delle amicizie che regge il sistema bancario italiano?
E sapete quando capiremo davvero quanto sia profonda la crisi strutturale creata proprio dal Qe sincronizzato e perenne? Ce lo mostra questo altro grafico, il quale evidenzia come lo spread Libor-Ois (di fatto, il proxy del costo del denaro a tre mesi nell’interbancario, il premio di rischio richiesto per ottenere denaro dalle controparti) si sia ampliato la scorsa settimana fino ai 39 punti base: qual è il problema?
Duplice. Primo, manca ancora più di un mese all’arrivo delle scadenze di fine trimestre e di fine anno, periodo tipicamente di stress assoluto su quel differenziale e sulla liquidità per gli oneri contabili che le istituzioni finanziarie e corporate hanno statutariamente. Secondo, al netto dell’operatività della Fed su aste repo e term, fu proprio un segnale simile, il congelamento progressivo dell’interbancario, ad annunciare agli osservatori più attenti l’arrivo della crisi del 2007-2008. Sicuri che, se ci trovassimo di fronte a un déjà vu di quel livello, la risposta dell’Europa sarebbe la riforma del Mes? Se così fosse, meglio lanciarsi dalla finestra come nel 1929, perché equivarrebbe a bere un brodino fatto con il dado Knorr per curare una broncopolmonite. Signori, qui siamo alle soglie di un redde rationem che, comunque verrà declinato, non lascerà nulla come prima.
Siate certi di una cosa: sarà la crisi in arrivo, più o meno tamponata dalla Banche centrali, a mandare al tappeto quel nano del nostro sistema bancario e, con esso, le sue detenzioni monstre di Btp. Non il Mes, il quale serve soltanto a rendere statutario l’ombrello di garanzia generale a livello europeo, questo sì per tutelare gli istituti francesi da eventuali guai sui loro azzardi negli investimenti più spinti. Direte voi, perché dobbiamo salvare le banche francesi con i nostri soldi? Ce lo spiega questo ultimo grafico: perché dopo il nostro sistema creditizio e la Bce, sono le maggiori detentrici di debito pubblico del nostro Bel Paese. Ci ha fatto comodo lo scambio fra cessione dei rami più fruttuosi del sistema bancario interno a competitor francesi e acquisto da parte di questi ultimi di Btp con il badile? Bene, ora siamo ostaggi e dobbiamo prendercela solo con noi stessi, altro che sovranità violata e Mes come atto terminale dello strangolamento italico da parte dell’Ue.
Circolano cifre allarmistiche sul Mes, numeroni destinati a fare sensazione solo se non messi in prospettiva. Uno dei preferiti è quello che vedrebbe l’Italia aver sborsato già circa 63 miliardi in 5 anni al Fondo salva-Stati. Insomma, italico denaro per salvare irlandesi, portoghesi, greci e banche spagnole. Bene, ammesso e non concesso che sia vero, fanno circa 13 miliardi l’anno: meno di quanto spende in tre settimane (3 settimane, avete letto bene) la Bce con denaro inesistente creato dall’aria fresca per gli acquisti in seno al nuovo Qe, quello appena partito e con controvalore volutamente basso, al fine di garantirsi un effetto-bazooka in caso di peggioramento della situazione e necessario aumento del volume di fuoco. Parlo della stessa Bce che proprio con i suoi acquisti strutturali di Btp attraverso Bankitalia ha tenuto in range di sostenibilità il nostro spread – ovvero, quanto paghiamo per interessi sul debito – negli ultimi anni: vogliamo la botte piena dell’Europa e la moglie ubriaca della presunta sovranità, quindi? Dai, proviamo a essere sovrani (ovvero, senza acquisti Bce) per un semestre, poi vediamo se chi in questi giorni fa propaganda contro il Mes non lo inseguirete con i forconi in mano, stante lo spread a 600 punti base e una bella stretta creditizia per imprese e famiglie.
Alla luce di tutto questo, pensate davvero che sia così necessario il Mes, al fine di stabilizare il sistema e salvare la banche tedesche e francesi? Davvero? E cari lettori, se la preoccupazione è quella legata ai possibili haircuts obbligazionari in caso di ristrutturazione del nostro debito, tali da andare a colpire i valori di iscrizione a bilancio di quella carta per le nostre amate e sanissime banche, la colpa è di chi quel debito insostenibile lo ha creato negli anni, rendendo necessario – alla fine – il fatto che venga preso in gestione da un semi-curatore fallimentare transnazionale. E parlo anche di anni recenti. Addirittura recentissimi.
Colpa del Mes? Della Germania? Della Francia? O della spesa pubblica disfunzionale a fine elettoralistico, vedi geniali intuizioni come il reddito di cittadinanza? I carrozzoni tipo Alitalia che bruciano 1 milione di euro al giorno non vi fanno indignare, cari lettori? Eppure, li pagate voi. Signori, smettetela di credere alle fanfaronate su una inesistente sovranità che sarebbe in pericolo: siamo già colonizzati e totalmente dipendenti dalle sorti del sistema, almeno dal 1993, quindi occorre salvare la ghirba. A meno che non abbiate mire politiche, a ogni livello, vere o presunte, anche solo per una notte di gloria. In quel caso, la retorica sul Mes funziona alla grande.