Facendo questo lavoro, spesso mi pongo una domanda: sto offrendo ai miei lettori la reale prospettiva di cosa stia accadendo sui mercati? O meglio ancora, sto descrivendo realmente cosa siano i cosiddetti mercati in questo momento storico?
Perché signori, temo che voi non abbiate minimamente idea di cosa stia succedendo là fuori. Ad esempio, voi avete idea di cosa sia Fartcoin? Una criptovaluta nata sulla Rete come uno scherzo, una meme coin, poiché basata sul valore come asset dei peti. I peti, proprio quelli. Ebbene, cinque giorni fa ha raggiunto 1 miliardo di market cap.
Ci ha messo 4 settimane a tagliare quel traguardo. Pensate che a inizio dicembre, sull’onda lunga dell’elezione di Donald Trump e la sua suggestione di creare una riserva strategica di Bitcoin come per il petrolio, Fartcoin valeva più del 38% delle aziende quotate statunitensi. Il 13 dicembre, quella stessa percentuale era salita all’85%. Il tutto con sottostante immateriale il peto. E il suo valore di scambio intrinseco, poiché più diffuso e negoziabile di moltissimi altri assets.
Pensate che stia scherzando? Fate pure una ricerca on-line, se non vi fidate. Ora, date un’occhiata a questo grafico: ci mostra come dopo lo shock causato dall’ultima riunione della Fed e il conseguente tonfo di mercato, le valutazioni di Fartcoin avessero finalmente fatto i conti con la realtà, dopo tanta irrazionale euforia.
Bene, guardate meglio il grafico. E guardate il verde tornato a imperare. La gente compra un proxy dei peti pensando di diventare miliardaria. Pura speculazione sulla follia. E c’è gente che si scandalizza per le lattine di aria di Napoli che vendono ai turisti nei vicoli di Forcella. Qui però non si tratta della nobile arte di arrangiarsi, qui si tratta del mitologico mercato.
Volete un altro esempio? Pronti. Guardate questo grafico, il quale ci mostra i controvalori di Bitcoin acquistati da Microstrategy, l’azienda che da sempre opera come un proxy del valore intrinseco, negoziabile e ufficiale della criptovaluta, essendo la prima ad aver scelto un piano sistemico di accumulazione della cripto come diversificazione del capitale.
Cosa notate? Che gli acquisti sono letteralmente esplosi dopo l’elezione di Donald Trump. Ovvero, una volta acquisito un amico alla Casa Bianca, si compra con il badile e si manda Bitcoin alle stelle. Vaghissima manipolazione magari solo mero calcolo di opportunità che va ben oltre l’investimento sistemico e alternativo? Com’è o come non è, è accaduto. Un boom che ha portato la criptovaluta a superare la quota psicologica di 100.000 dollari proprio in quell’arco temporale. Ma allora anche in questo caso siamo di fronte a una speculazione dal retrogusto politico. Microstrategy opera da equity ma anche da proxy di ciò che è alternativo al sistema di quella stessa valuta fiat che è alla base del mercato azionario, non fosse altro per il ruolo chiave che la Fed e i cicli di Qe hanno garantito ai vari rallies succedutisi dal 2008 in poi. Vi pare un investimento o un casinò?
Anche perché vi invito in tal senso a leggere questo interessantissimo studio sulla correlazione fra Bitcoin e il flusso di liquidità nel Sistema. Davvero illuminante. Sapete, ad esempio, cosa scoprireste? Che la correlazione fra la valutazione di Bitcoin e la massa monetaria M2 globale è all’83%. Di fatto, per capire Bitcoin occorre far riferimento all’econometria e alla causalità di Granger.
Ora, ad esempio, se dobbiamo prendere per buono quanto annunciato da Jerome Powell al termine dell’ultimo Fomc, ovvero un minor numero di tagli dei tassi nel 2025 e quindi un accorciamento del ciclo espansivo in atto dallo scorso settembre, cosa dovremmo attenderci da Bitcoin e dalle sue valutazioni? Un tonfo. Semplicemente perché, almeno stando alla Fed e se la Cina non si deciderà davvero a partire in modalità alluvionale, la massa monetaria M2 è chiaramente destinata a calare nei suoi controvalori. Vi rendete conto che, muovendo da questo presupposto, l’intera impalcatura di Bitcoin come asset di riserva e bene rifugio alternativo si scontra con una realtà totalmente differente?
Bitcoin si muove di pari passo con la massa monetaria generata dalle Banche centrali. Perché 83% di correlazione equivale a totale equiparazione, tandem assoluto. Vi pare che, stante capitalizzazioni di mercato ormai allarmanti e un Presidente Usa che addirittura millanta la creazione di riserve strategiche (dopo aver conquistato Panama, Groenlandia e Canada immagino, nemmeno stesse giocando a Risiko), il mercato stia prezzando il rischio di un dimezzamento di valore di Bitcoin da qui a un paio di trimestri al massimo? Quanta gente perderebbe tutto? E chi sta investendo nella meme-coin dei peti, cosa pensa di poter ottenere sul lungo periodo?
Signori, oggi il mercato è questo. Non a caso, dopo l’ultimo taglio dei tassi della Fed, il rendimento del decennale Usa è tornato a salire al 4,6%. Ovvero, un qualcosa che contraddice con qualsiasi principio di economia base. Se taglio i tassi, i rendimenti dovrebbero calare. Non a caso, il Qe fu inventato per scongiurare crisi sistemiche di debito. Capite in che mondo siamo? E capite a quali rischio stiamo andando incontro? Ma si sa, quando la realtà ci dice che solo gli Usa hanno a che fare con 36 trilioni di debito, meglio utilizzare mondi paralleli da vendere alla gente. Gli stessi che genereranno crisi a tavolino che metteranno le Banche centrali in condizioni di stampare ancora. E il barattolo del finanziamento diretto dei deficit continuerà a essere calciato in avanti. Ma a pagare siete voi, mai il Sistema.
— — — —
Abbiamo bisogno del tuo contributo per continuare a fornirti una informazione di qualità e indipendente.