Il Sistema ha un’unica priorità: autoperpetuarsi. O, in subordine, quantomeno sopravvivere. Non esiste affatto legge delle giungla. Cane mangia cane. Guerra di trincea, come spiegava Gordon Gekko a Bud Fox.
Esiste invece un patto non scritto. Che in questo periodo pare emergere. E dare il meglio di sé. Ogni giorno, un nuovo esempio. Chiaramente, visibile solo agli addetti ai lavori. Perché riempiersi la bocca con l’educazione finanziaria va molto di moda. Provare a renderla fruibile a tutti, è altra faccenda.
Guardate questo grafico. Mostra come il prezzo del titolo di Bank of America non stia pressoché patendo alcuna fluttuazione dallo scorso luglio, quando Warren Buffett ha deciso di alleggerire la sua detenzione. A oggi, quella dieta ha portato a un notevole calo ponderale di portfolio: 10 miliardi di controvalore in meno. E attenzione. Proprio con gli ultimi 8,5 milioni di vendita andati in porto l’altro giorno, oggi Berkshire Hathaway è scesa ufficialmente sotto la soglia del 10% di partecipazione.
Cosa significa? Che da oggi in poi, l’oracolo di Omaha non dovrà più comunicare immediatamente i suoi movimenti su quel titolo. Ma solo una volta a trimestre all’atto di presentazione del F13. E se decidesse d andare a zero, scaricare del tutto uno dei principali players bancari Usa? Il mercato lo scoprirebbe quando è tardi. Verrebbe privato di un proxy.
Ora torniamo al grafico. Apparentemente, Bank of America sta assorbendo il colpo. Come? Casualmente, buybacks e vendite dell’oracolo di Omaha coincidono. Quasi fossero coordinate. Quasi il secondo avesse proposto un patto salva-Sistema al primo. Io vendo e venderò pesante, perché non ho più fiducia in voi. Ma vivo in questo acquario e non voglio che l’acqua si agiti o si inquini troppo. Quindi, vendo (tanto) da luglio a ottobre. Casualmente, tre settimane fa la stessa Bank of America ha annunciato un’implementazione del programma di riacquisto titoli. A inizio anno, nessuno prevedeva la fuga di Berkshire Hathaway. Ma adesso occorre correre ai ripari. Ed ecco il nuovo mezzuccio. Onde evitare che quel blackout informativo spinga qualcun altro a porsi domande sullo stato di salute dell’istituto, Bank of America può mettere sul piatto proprio l’arma dei buybacks. I quali creano un’implicita diluizione della partecipazione azionaria. Almeno sul breve. E a meno che Warren Buffett non decide da lunedì di scaricare quanto gli resta in portfolio. Se si fermerà, la sua quota tornerà sopra il 10% grazie all’artificio del riacquisto di titoli.
Lui è fermo, si muove la banca cui finora ha girato intorno. Ma il Sistema sa essere ulteriormente generoso e collaborativo verso i suoi soggetti più difficili ma anche più rappresentativi. Basta dare un’occhiata a questo strappo preso dal Financial Times.
Il nome di Heath Tarbert dice poco. A molti. Ma dice molto ai pochi che contano. Quella che un tempo era la gente che piace dello spot dell’amaro Ramazzotti. Era il numero uno della Cftc. Ovvero, la Commodities Futures Trading Commission. Mica un’agenzia da poco per Wall Street. Ebbene, a soli 27 giorni dall’abbandono del suo ruolo, dove pensate che sia andato il nostro eroe? In crociera ai Caraibi con la moglie? A giocare a golf? A fare trekking in Patagonia? No. A lavorare come Chief Legal Officer di Citadel. Ovvero, capo dell’ufficio legale del sottoscrittore di tutti i sottoscrittori. E Bank of America è prime broker del 90% degli assets derivati netti di Citadel. Ora, qual è invece una specialità della Cftc, di cui Heath Tarbert è stato numero uno? La produzione in serie di no-action letters. Ovvero, quasi la carta esci di prigione dei telefilm polizieschi. Una certificazione di non luogo a procedere. Dal 2018 a oggi, il regolatore ne ha prodotte 1.564. Quante relative a swaps? 1.066.
Ma non basta. Veniamo all’oggi. E restiamo su Citadel, tanto per farvi capire quanto, alla fine, il famoso libero mercato altro non sia che un golf club con pochissimi soci ammessi sul green. Guardate questa immagine.
Il nostro deus ex machina del grande casinò finanziario ha accettato di pagare una multa da 1 milione di dollari alla Finra, l’autorità di regolamentazione del mercato finanziario. E cosa sanerà Citadel con quella cifra che, bilanci alla mano, rappresenta si è no l’argent de poche per comprare il biglietto della metropolitana? Condotte irregolari riscontrate fra il 22 giugno del 2020 e il 28 agosto di quest’anno e relative a comunicazioni tardive o inaccurate su ordinativi di opzioni ed equity. Per un controvalore di decine di miliardi di dollari. Insomma, Citadel per oltre 4 anni ha collezionato ritardi e omissioni nei confronti del Cat, il Consolidated audit trail, il sistema di tracciamento degli ordini di mercato. Particolarmente interessante appare l’arco temporale fra il 22 giugno 2020 e il 31 luglio 2022, durante il quale i regolatori hanno segnato con la matita rossa 33 singoli errori di comunicazione per un controvalore in ordini pari a 42,2 miliardi di dollari. Ma non basta. Qualcosa come 41,8 miliardi fanno riferimento soltanto a tre errori. Ovvero, tre negoziazioni.
Vi pare fantascienza? No. Solo la quotidianità del cosiddetto libero mercato. Della Wall Street dei record in continuo aggiornamento che i media vi spacciano come cartina di tornasole di una condizione economica generale assolutamente brillante. Se avete voglia, unite i puntini di quanto vi ho raccontato. E datevi da soli delle risposte. O, quantomeno, cominciate a farvi qualche domanda. Seria.
Come avrete visto, soprattutto in Cina, il mese di ottobre dal punto di vista finanziario è iniziato con il botto. E se davvero Israele attaccherà l’Iran, da qui al voto del 5 novembre vivremo settimane che varranno come decadi intere. Ma alla luce di quanto avete letto, siate consapevoli che quasi nulla è in realtà come appare. E che il banco vince sempre.
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