L’inflazione in Italia per ora è al 6,8%, dato più alto dal 1991, al 7,3% in Germania, addirittura al 9,8% in Spagna, mentre gli analisti si attendevano un 7,8%. Ormai è chiaro che è fuori controllo, anche perché non hanno fatto nulla per fermarla prima, anzi per anni la Bce ha lavorato per alzarla, non essendo in grado di farlo, e ora che l’inflazione sale nessuno riesce a fermarla.
Ma la salita dell’inflazione non è una cosa da prendere come fosse un evento “naturale”, come se si potesse dire “oggi piove”. Lo ripeto ancora, perché sembra che nessuno lo dica: la guerra c’è, ma è una guerra che è scatenata da circa vent’anni ed è la guerra dei ricchi contro i popoli. Non contro i poveri, come è capitato di dire anche a me. Ai ricchi piacciono molto i poveri, anche perché se non ci fossero non ci sarebbe nemmeno la differenza tra poveri e ricchi. Invece ci sono tanti poveri e quindi si fanno le feste di gala e le raccolte di beneficenza per i poveri. Si fanno pure le fondazioni per mostrare che si fa qualcosa per i poveri. Quello che invece i ricchi non sopportano sono i popoli, cioè quel soggetto sociale capace di prendere decisioni politiche che possono influire in modo decisivo sulla loro ricchezza e sulla loro possibilità di diventare sempre più ricchi.
La guerra in Ucraina ha quindi una particolarità: si inserisce in un conflitto che la precede e soprattutto fa parte di una “guerra totale”, come l’ha definita un esponente di spicco della politica americana. Forse questa è la prima guerra armata che viene combattuta all’interno di una “guerra totale”, cioè la prima guerra della storia umana che viene combattuta con mezzi politici, finanziari, economici, informatici (con i tentativi di hackeraggio), mediatici (con la massiccia intrusione e distorsione dei media), oltre che con pallottole e cannoni. E se consideriamo di cosa sono capaci di fare certe multinazionali che pensano solo al profitto, questa è una guerra anche biologica e chimica.
Di questa “guerra totale” l’unico “nemico” e vittima è il popolo, sono le popolazioni. In questo quadro di “guerra totale” l’aumento delle spese militari è da considerarsi (pure nella sua gravità simbolica) un dettaglio minore che tra l’altro riguarda un settore colpevolmente trascurato in termini tecnologici e di aggiornamento militare. Molto più gravi sono le novità che riguardano la riforma del catasto e la modifica degli enti locali, che di fatto permetteranno in ambo i casi di aumentare la pressione fiscale. Mentre mediaticamente ha imperversato prima la pandemia (delle menzogne) e poi la guerra in Ucraina, il Governo ha dato il peggio di sé in materia di politiche economiche, di fatto agganciandosi come unica risorsa al mitologico Next Generation Eu che doveva dare una spinta esuberante alla nostra economia, ma che in termini di vincoli si sta rivelando un fardello insopportabile, poiché dedicato solo ad alcuni settori e a vincoli di bilancio non tollerabili in un momento di depressione economica internazionale. Basti considerare la serie delle previsioni del Oil italiano, passate da un entusiasmante 6% per il 2022, a un più modesto 4%, fino a calare al 2,3%. Ma c’è già chi prevede si vada vicino allo zero, grazie alle sanzioni: praticamente un Pil 2022 pari a quello del 2021, l’anno della pandemia (terza e quarta ondata). E le sanzioni sono proprio la prova più evidente che chi sta al Governo oggi lavora contro gli interessi del popolo.
Sanzioni che stanno facendo appena il solletico alla Russia, che ha tutti i mezzi (economici e finanziari) per potersi difendere e lo sta facendo, imponendo ora ai Paesi ostili il pagamento del gas (per ora solo il gas) in rubli. Il finale (temporaneo) è scontato: i popoli occidentali si troveranno disoccupati (per il blocco di tanti impianti industriali che dipendono dal gas russo) e al freddo.
In fondo la guerra in Ucraina è già sostanzialmente finita, con la Russia che ha ottenuto i suoi obiettivi (il Donbass e la sostanziale decimazione dell’esercito ucraino e del Battaglione Azov, a suo tempo denunciato da Amnesty International per crimini contro l’umanità) e l’Ucraina che con Zelenski può “vantare” il suo successo personale, avendo resistito al pseudo assedio di Kiev (un assedio quanto meno particolare, visto che a Kiev vi sono andati insieme il Presidente polacco e quello ceco).
Le sanzioni alle banche russe, che hanno provocato la caduta del rublo? La Russia è il terzo produttore al mondo di oro e il quarto detentore. La banca centrale russa ha iniziato a fare incetta di oro e il valore della moneta è già tornato ai livelli pre-guerra ucraina. Quindi la Russia si è difesa tranquillamente, come può fare un qualsiasi Paese che possiede una propria moneta, e le sanzioni ora ricadono soprattutto su chi ha rapporti commerciali con la Russia. I Governi occidentali fanno le sanzioni e i colpiti dalle sanzioni sono quelli che lavorano nei Paesi occidentali. Si impoverisce chi lavora (già colpito dall’inflazione fuori controllo) e si arricchisce la grande finanza speculatrice. C’è qualcosa da spiegare?
Il giorno che il Papa parla contro la guerra, il suo intervento viene riportato con enfasi da tutti i media. Il giorno che invece si esprime con veemenza contro “quei Paesi che aumentano le spese militari” e vendono (o regalano) le armi ad altri, allora viene totalmente censurato dagli stessi media. C’è qualcosa da spiegare?
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